Economia

Più avvocati che idraulici, il Paese senza più artigiani

di Giovanni Vasso -


In fondo, lo sapevamo già. Basta farsi un giro per le città italiane. Di targhe in ottone, tirate a lucido, ce ne sono a iosa. Di laboratori artigiani, invece, ce ne sono davvero pochini. Adesso, però, quei sospetti sono diventati realtà. In Italia ci sono più avvocati che idraulici. Alla faccia del mismatch. E va bene che siamo un popolo litigioso, pronto a querelare l’universo mondo, voglioso d’avere riconosciute le nostre ragioni davanti a ogni tribunale, commissione, ente, federazione ma qui le cose, forse, sembrano dare ragione al generale convinto che il mondo giri al contrario. I dati pubblicati dall’ufficio studi della Cgia dimostrano, senza più alcun dubbio, che l’artigianato italiano è in crisi. A proposito del raffronto tra legali e quelli che una volta si chiamavano fontanieri: i primi sono poco meno di 237mila, i secondi soltanto 180mila. Se si allarga l’analisi a tutto l’artigianato emergono cifre impressionati. Dal 2008 a oggi, stando ai dati Infocamere-Movimprese, si sono perse più di 220mila imprese artigiane, passate dall’essere poco meno di mezzo milione (per la precisione 1.486.559) a “sole” 1.258.079. E molte di quelle ancora attive sono gestite da persone ormai anziane, prossime alla pensione, che spesso non verranno sostituite. Insomma, una vera e propria estinzione di massa che ha afflitto specialmente le grandi aree metropolitane (a Torino sparite quasi 22mila imprese, a Milano 21.383, a Roma ben 14.140) e il Nord Italia. Non va meglio per il numero complessivo di artigiani: erano 1,8 milioni (tra titolari e collaboratori a vario titolo) appena nel 2012: oggi ce ne sono 410mila in meno. La Cgia punta il dito contro la scuola “rimasta ancorata a vecchie logiche novecentesche di gentiliana memoria”. Il solito stigma del lavoro manuale come “residuale” rispetto a quello intellettuale. Che, come conseguenze, comporta la mancata programmazione formativa in tante Regioni e il fenomeno culturale che si rivela nello scarso interesse nei confronti del lavoro manuale. Eppure, proprio adesso che si è in pochi, per la legge del mercato gli artigiani (primi tra loro proprio gli idraulici) rischiano di guadagnare più dei professionisti.


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