Valle d’Aosta, fra legno, pizzo e lana alla scoperta degli artigiani contadini
Un esempio virtuoso di attenzione alla tradizione viene dalla Valle d’Aosta che ai suoi artigiani ha dedicato musei, scuole di formazione e fiere.
A Pila, in questo periodo, si tengono diverse manifestazioni legate all’artigianato aostano come Lo Martchà di Bouque o L’atelier degli Artigiani. Raggiungibile da Aosta con un tragitto di meno di mezz’ora in funivia, Pila, a 1800 metri di altitudine nel comune di Gressan, è una rinomata località sciistica montana perfetta per una vacanza anche durante il periodo estivo grazie ai numerosi sentieri per passeggiate, trekking e mountain-bike.
Inoltre, da qui si può partire alla scoperta degli artigiani della zona e visitare i loro atelier dove si praticano ancora le attività tradizionali come la scultura e l’intaglio su legno, la lavorazione della pietra ollare, del ferro battuto e del cuoio, la tessitura e i merletti utilizzando materie prime che si ritrovano tra gli animali del pascolo, nei boschi o nelle miniere della regione. Come ogni artigianato contadino, anche quello valdostano è nato dalla necessità di fabbricarsi da soli ciò che serve e anche qualcosa in più da barattare in cambio di cibo, utensili e indumenti.
Oggi i gesti sono rimasti quelli antichi ma creano delle vere e proprie opere d’arte come i manufatti di legno intagliato o di vimini, i pizzi al tombolo o i tessuti dall’anima grezza. Per conservare e tramandare queste arti antiche sono nate delle cooperative di artigiani. Un esempio solo Les Dentellières de Cogne, che insegnano l’arte del pizzo al tombolo, portata nel 1665 da un gruppetto di monache benedettine in fuga dalla Francia, alle bambine del Paese. La cooperativa d’Socka di Gressoney-Saint-Jean, invece, ha ripreso la tecnica per realizzare le pantofole che un tempo venivano ricavate da vecchi abiti dismessi, oggi sostituiti da lana e feltro. Ci sono poi Li Tsacolé d’Ayas che creano gli zoccoli in legno, Les Tisserands che in Valgrisenche tessono la lana delle pecore Rosset e la Cooperativa Lou Dzeut, che oltre a fabbricare manufatti in canapa gestisce una mostra permanente all’interno di Maison de Thomas, antica casa rurale a Champorcher.
Per ammirare tutte queste opere di “intelligenza artigianale”, il 30 e il 31 di gennaio si tiene la Fiera di Sant’Orso che anima le strade del centro storico di Aosta dall’Arco di Augusto a Piazza Chanoux. Nata intorno all’anno Mille, quando le Alpi furono liberate dai Saraceni e quindi poterono riprendere gli scambi con i paesi vicini, la Fiera prende il nome dalla chiesa fatta costruire dal Vescovo Anselmo e, intorno alla quale si teneva, alla vigilia del santo patrono il 1° febbraio.
Per essere sicuri di acquistare vero artigianato valdostano basta cercare il marchio IVAT (Institut Valdotain de l’Artisanat de Tradition) che ne attesta l’autenticità. Oltre che nelle botteghe tutti i prodotti certificati sono disponibili nelle boutique e nei corner L’Artisanà, il brand ufficiale dell’IVAT.
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