PRIMA PAGINA – Ponte Morandi, ricostruzione non è giustizia
C’è una Genova che ricorda, ma c’è anche una Genova che attende. Sono passati sei anni da quel tragico 14 agosto 2018, quando alle 11.36 avvenne il crollo del Ponte Morandi che portò con sé anche 43 vittime. Vittime che ogni anno, da quel giorno, vengono ricordate e per cui le famiglie e la comunità chiedono giustizia. E così anche nella giornata di ieri si è tenuta la cerimonia di commemorazione che è iniziata nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa, con la messa officiata dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca. Poi, alla Radura della Memoria si sono riuniti i partecipanti alla camminata commemorativa per le vittime, tra cui i sindaci di Masone, Rossiglione e Campoligure accompagnati da 43 bambini a cui è seguita la cerimonia in ricordo delle vittime del crollo, alla presenza del sindaco di Genova Marco Bucci, l’imam Salah Hussein, il prefetto di Genova Cinzia Torraco, il governatore ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana e il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, a cui è stata affidata una delega dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Istituzioni che, seppur non presenti, hanno voluto partecipare al ricordo e fare nuovamente appello alle responsabilità. “La Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime, unitamente a un profondo sentimento di solidarietà alla Città”, ha scritto Sergio Mattarella nella lettera inviata al sindaco di Genova, Marco Bucci. “Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova. Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese. Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto”, conclude il Presidente della Repubblica. Sulla stessa linea, della memoria e della ricerca della giustizia, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che onora le vittime ma che lancia anche un monito: “Quel Ponte ricorda alla nazione le tante, troppe domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuar le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario”. Un dovere morale, la commemorazione di ieri, e giudiziario, con appuntamento a settembre. La ripresa del maxiprocesso sul crollo del Ponte è prevista per l’11 settembre, con la conclusione dei controesami dei consulenti di Aspi e Spea, riguardante 58 imputati. La sentenza di primo grado non è attesa, invece, prima della metà del 2025. Tra la prima udienza, tenutasi il 7 luglio 2022, e l’ultima programmata per il 16 luglio 2024, si sono svolte 170 udienze. Nel corso del processo, sono state ascoltate 324 persone, tra testimoni del pm e delle difese, consulenti tecnici e periti, e imputati. I dibattimenti hanno prodotto 16.069 pagine di trascrizioni, evidenziando l’importanza e la complessità del caso.
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