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Addio a Donati: sceneggiò “Sbatti il mostro in prima pagina” e decine di film anche negli Usa

di Angelo Vitale -


Il mondo del cinema dice addio allo sceneggiatore Sergio Donati, morto all’età di 91 anni a Mentana, in provincia di Roma, che ha scritto film per Sergio Leone, commedie di costume per Steno, Sergio Corbucci e Luigi Zampa, oltre che lavori d’autore come “Sbatti il mostro in prima pagina” (1972) diretto da Marco Bellocchio e “Il giocattolo” (1979) di Giuliano Montaldo.

Nato a Roma il 13 aprile 1933, secondo la Treccani per oltre vent’anni della sua ricca carriera Donati è stato una delle figure di riferimento (spesso insieme a Luciano Vincenzoni) per quei registi propensi a diffondere in Italia la politica dei generi spettacolari e di intrattenimento che regola l’industria cinematografica statunitense.

Dopo una breve carriera di scrittore di gialli (“L’altra faccia della Luna”, “Il sepolcro di carta” e “Mr.Sharkey torna a casa”), Donati si trasferì a Milano, dove lavorò come produttore televisivo e nell’ambito pubblicitario. Le prime sceneggiature di un certo rilievo furono quelle, scritte in collaborazione, per Sergio Sollima: il film di spionaggio “Requiem per un agente segreto” (1966) e il western all’italiana “La resa dei conti” (1967) con Lee Van Cleef e Tomas Milian. Contattato da Leone, per il quale aveva già collaborato non accreditato alle sceneggiature di “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), Donati sviluppò – dal soggetto scritto dal regista con Dario Argento e Bernardo Bertolucci – la sceneggiatura di “C’era una volta il West” (1968) e il successivo “Giù la testa” (1971).

Avendo già scritto per il regista Michele Lupo il giallo di ambientazione britannica “Concerto per pistola solista” (1970), Donati riprese a collaborare con lui, con suoi soggetti originali, per il film di rapina dai toni grotteschi “Stanza 17-17, palazzo delle tasse, ufficio delle imposte” (1971), il western all’italiana “Amico stammi lontano almeno un palmo” (1972), e il film carcerario “Dio, sei proprio un padreterno!” (1973) con Lee Van Cleef. Nello stesso periodo, Donati scrisse soggetto e sceneggiatura di “Sbatti il mostro in prima pagina” (torbida storia, sorretta da un impianto giallo, di scorrettezza politica e scandali giornalistici nell’Italia delle stragi) di Bellocchio e di un nuovo western di Duccio Tessari “Gli eroi” (1973).

Dopo “Il bestione” (1974) di Sergio Corbucci, con il personaggio del proletario siciliano affidato a Giancarlo Giannini, Donati affrontò la commedia con Steno: “La poliziotta” (1974), “Il padrone e l’operaio” (1975), e “L’Italia s’è rotta” (1976).

Negli Stati Uniti, insieme a Vincenzoni e sulla scia del filone del terrore acquatico aperto da “Lo squalo” (1975) di Steven Spielberg, scrisse “L’orca assassina” (1977) di Michael Anderson, con Richard Harris e Charlotte Rampling. Tornato in Italia, dopo il catastrofico “Holocaust 2000” (1977) di Alberto De Martino e “Il mostro” (1977) di Zampa, un apologo contro la violenza intrinseca nella società di massa, sceneggiò il fantasy “L’isola degli uomini pesce” (1979) di Sergio Martino e il giallo psicologico “Il giocattolo” (1979) di Montaldo, interpretato da Nino Manfredi.

Tornato alla commedia con un film di ambientazione popolaresca romana e in costume, “Il conte Tacchia” (1982) di Corbucci, e con Steno per “Bonnie e Clyde all’italiana” (1983), fu poi coautore della commedia “Casablanca Casablanca” (1985) di Francesco Nuti. Di nuovo al lavoro a Hollywood per un film d’azione con Arnold Schwarzenegger, “Codice Magnum” (1986) di John Irvin, Donati si dedicò in seguito sempre più spesso alla televisione, scrivendo numerose fiction seriali di successo, tra cui “Un cane sciolto” (1990-1993) di Giorgio Capitani. Tra le ultime collaborazioni, la sceneggiatura dell’angoscioso poliziesco “Almost blue” (2000) di Alex Infascelli, tratto da un romanzo di Carlo Lucarelli.


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