Esteri

Gaza, Meloni e Tajani spingono per il cessate il fuoco

di Ernesto Ferrante -

ISRAELIANO


Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, durante la quale ha espresso nuovamente l’auspicio che si possa trovare un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, in linea con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in occasione del prossimo appuntamento negoziale previsto per giovedì.
La premier italiana ha ribadito il suo forte sostegno alla complicata mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Pur riconoscendo il diritto all’autodifesa di Israele, ha sottolineato l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil).
Nuovo appello lanciato su X dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “L’Italia incoraggia tutti i protagonisti a lavorare per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza con la liberazione degli ostaggi israeliani. L’Iran rinunci ad azioni destinate a provocare una escalation nella regione”. “Impegnati a costruire la pace”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
L’Iran ha respinto la richiesta di Regno Unito, Francia e Germania di ritirare le minacce contro Israele, affermando di non essere in cerca del “permesso” per vendicarsi: “La Repubblica islamica è determinata a difendere la sua sovranità e non chiede a nessuno l’autorizzazione per esercitare i suoi diritti legittimi”, ha dichiarato in un comunicato stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanani.
“L’Iran, ha continuato Kanani, è determinato a difendere la sua sovranità e sicurezza nazionale, a contribuire a una pace duratura nella regione e a creare un deterrente contro Israele, vera fonte di insicurezza e terrorismo nella regione, e per raggiungere questo obiettivo non chiede a nessuno l’autorizzazione per esercitare i suoi diritti legittimi”.
“Tale appello è una richiesta eccessiva, priva di qualsiasi logica politica e contraria alle norme e alle leggi internazionali – ha osservato il portavoce -. È l’indicazione di un sostegno aperto e concreto al regime israeliano, che è la fonte del crimine internazionale e del terrorismo nella regione ed è una ricompensa per coloro che sono dietro al genocidio, ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità”.
“La dichiarazione congiunta non contiene alcuna protesta contro i crimini israeliani, ma al contrario chiede insolentemente all’Iran di non prendere misure punitive e deterrenti contro il regime, che ha aggredito il territorio iraniano (per assassinare il leader di Hamas Ismail Haniyeh)”, ha concluso.
Soltanto un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, scaturito dai colloqui di Ferragosto, impedirà a Teheran di intraprendere una rappresaglia diretta contro Tel Aviv per l’assassinio di Haniyeh. Ad affermarlo sono stati tre alti funzionari iraniani.
Il leader dell’ufficio politico di Hamas “Yahya Sinwar è pronto per un cessate il fuoco”, ma il governo israeliano “ostacola e vuole sabotare (i negoziati) quando si avvicina ad un accordo”. A riferirlo stata è l’emittente all-news saudita Al-Sharq, citando una fonte del movimento di resistenza palestinese.
L’informatore ha precisato che la posizione di Sinwar “gode del sostegno di tutti i membri dell’ufficio politico” e comprende “un accordo che garantisca il cessate il fuoco, il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, compresa la fascia di confine con l’Egitto, il ritorno degli sfollati, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione di Gaza”.
Israele ha inviato nei giorni scorsi un messaggio agli Stati Uniti e a diversi Paesi europei per avvertirli che a qualsiasi raid diretto da parte dell’Iran, anche senza vittime, risponderà con un attacco sul territorio iraniano. A riportare la notizia è stata la radio dell’esercito israeliano. La “comunicazione” preventiva sarebbe stata dettata dalla volontà di fermare le pressioni che sta avendo dalla comunità internazionale affinché eviti di rispondere con la forza.


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