Attualità

Mediterraneo parcellizzato e immobilismo governativo su ZEE

di Gianni Messina -


La difesa dei confini di uno Stato è fondamentale per la sicurezza del suo popolo. Sembra che per l’Italia non sia così, perchè ha lasciato per troppo tempo che altri paesi del Mediterraneo estendessero la propria sovranità marittima a danno degli interessi nazionali. A porre la questione la Senatrice di IdV, Dafne Musolino che ha presentato al Senato, lo scorso 23 luglio, nella Seduta 210, un Atto ispettivo, il n.4-01353, indirizzato al Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ed al Ministro delle politiche del mare Nello Musumeci per chiedere “Se i Ministri siano in grado di fornire indicazioni sulle tempistiche per il completamento dell’iter per l’istituzione della ZEE e successivamente quando saranno avviati i negoziati con tutti gli Stati titolari di una propria ZEE nel Mediterraneo e quale sia lo stato dei rapporti diplomatici”.
La Senatrice renziana contesta al governo l’immobilismo su un tema strategico per la nazione. Musolino punta il dito sull’inerzia dell’esecutivo: “Sebbene il governo, negli intenti elettorali, abbia sostenuto diverse volte l’importanza e la valorizzazione del mare quale strumento strategico per il nostro Paese, non si è ancora adoperato per completare l’iter per l’istituzione della Zona Economica Esclusiva (ZEE) e avviare i negoziati per la difesa dei nostri confini”. Nella convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, le ZEE sono definite come aree di mare adiacenti alle acque territoriali in cui vi è un prolungamento della giurisdizione di uno Stato su una porzione delle acque internazionali e possono estendersi per un massimo di 200 miglia a partire dalla linea di costa, aggiungendo alle 12 miglia di acque territoriali un massimo di 188 miglia di ZEE.
Perché è importante dotarsi dello strumento della ZEE? Lo spiega la Musolino: “All’interno di queste acque gli Stati possono collocare installazioni per fini militari e di sicurezza e sono sovrani per quanto riguarda l’estrazione e la gestione delle risorse naturali, anche ai fini dell’attività di pesca”. Cambia lo scenario internazionale perché a causa del commercio globale, della scarsità delle materie prime, del sovrappopolamento del pianeta, della desertificazione di ampie aree del globo, dell’inquinamento e del cambiamento climatico, gli Stati si stanno impegnando per controllare ampi tratti di mare per commerciare ed estrarre risorse alimentari ed energetiche. “Possedere la giurisdizione di una ZEE per uno Stato – precisa la Musolino – è di assoluta importanza, potendo controllare la fauna ittica, per fini alimentari, e le risorse energetiche, come gas naturale e petrolio”.
Non è un caso che il Mediterraneo risulti parcellizzato, somigliando sempre più ad uno spazio terrestre delimitato da precisi confini nazionali con Francia, Spagna, Turchia, Cipro, Grecia, Egitto Israele, Libano, Libia, Siria, Tunisia, Algeria, MArocco e Turchia, che da tempo hanno istituito una propria ZEE. Eppure, puntualizza la Senatrice: “ La delimitazione della ZEE tra i diversi Stati deve essere frutto di un negoziato, così come previsto dal diritto internazionale e occorre un accordo per addivenire ad una soluzione equitativa tra gli Stati con coste adiacenti o opposte”. Ed allora che succede in Italia? Perché è necessario un Atto ispettivo per stanare l’immobilismo del governo? Chiariamo la questione. Lo strumento della ZEE è stato approvato dal Parlamento italiano con la legge 91/2021. Dopo la sua entrata in vigore, non è ancora stato emanato il decreto del Presidente della Repubblica. Come esemplifica la Musolino: “Senza la conclusione dell’iter di approvazione non è possibile notificare l’istituzione della ZEE italiana agli Stati il cui territorio è adiacente a quello dell’Italia ed intraprendere alcuna azione diplomatica per svolgere i negoziati necessari sui tratti di mare già oggetto dell’introduzione unilaterale di ZEE nel Mediterraneo”. Alla senatrice va il plauso per aver acceso i riflettori sul tema dei confini marittimi nel Mediterraneo e sullo strumento della ZEE, strategico per gli interessi nazionali.


Torna alle notizie in home