PRIMA PAGINA-La magistratura non entri a gamba tesa nel gioco democratico. Intervista a Pietro Pittalis
Quelle dell’opposizione “sono polemiche strumentali e create ad arte per nascondere il loro immobilismo. Il problema del sovraffollamento esisteva anche ai tempi dei governi di centrosinistra, quando come ministri della Giustizia c’erano Orlando prima e Bonafede dopo. A quei tempi la risposta è stata un nulla assoluto. E di certo la magistratura non può entrare a gamba tesa nel gioco democratico”. È quanto chiarisce il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia, che abbiamo intervistato sul decreto Carceri.
Invece adesso che interventi si prevedono?
“Per la prima volta il governo pone in essere un pacchetto di misure strutturali per affrontare in modo organico il sistema della esecuzione penale e che consentirà un alleggerimento del sovraffollamento. È una risposta concreta che semplifica e snellisce le procedure burocratiche per ottenere la liberazione anticipata a favore dei detenuti che ne hanno diritto, che promuove l’umanizzazione degli istituti penitenziari introducendo misure alternative alla detenzione e prevedendo l’istituzione di un albo di comunità adibite alla detenzione domiciliare per chi ha un residuo di pena basso. Ma anche per i tossicodipendenti e i detenuti stranieri privi di domicilio. Si prevede inoltre l’aumento del numero di telefonate al fine di intensificare i contatti con le famiglie. Poi, ci sono due importanti interventi, il primo relativo all’assunzione di mille nuove unità di personale del corpo di polizia penitenziaria, come chiesto dalle organizzazioni sindacali della categoria, e il secondo inerente al problema dell’edilizia penitenziaria. È stato infatti previsto un Commissario straordinario per rendere spedito l’iter di approvazione dei progetti di realizzazione di nuovi istituti carcerari e di adeguamento e ristrutturazione delle strutture già esistenti. Inoltre, si forniscono maggiori opportunità educative ai detenuti. Ricordiamoci che la detenzione è certamente espiazione della pena, ma è anche finalizzata alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato”.
Sul sovraffollamento incide molto la custodia cautelare disposta dalla magistratura.
“Da trent’anni circa mille persone all’anno, una media di tre al giorno, finiscono in prigione senza aver commesso alcun reato, come poi risulterà dall’esito dei loro processi. Addirittura, il Presidente della Repubblica ha recentemente fatto un richiamo a proposito del problema del sovraffollamento carcerario, alla raccomandazione del Consiglio d’Europa per invitare a riorientare la politica penale verso il minimo ricorso alla carcerazione preventiva. È una raccomandazione che arriva dall’Europa con cui si invitano gli stati a ridurre il ricorso alla custodia cautelare e a fare un uso più ampio possibile di misure alternative, proprio come da tempo chiede Forza Italia. È un tema che denunciamo da sempre ritenendo questo fenomeno come un uso disfunzionale dell’istituto custodiale, tanto più dal momento in cui si registra un numero di detenuti superiore alla capienza prevista e gran parte di essi sono ancora in attesa di una condanna definitiva, in barba ai principi costituzionali di legalità, di presunzione di non colpevolezza e di tutela della libertà personale”.
Quindi, cosa si può fare?
“Sul fronte giustizia questo per noi è il tema dei temi e ci vedrà occupati per cercare di introdurre delle modifiche anche ai presupposti delle misure cautelari, con particolare riferimento al tema della reiterazione del reato che molte volte nelle ordinanze di custodia cautelare viene supposta senza un’adeguata motivazione. Il caso Toti ne è un emblema. Questo poi crea un cortocircuito nel rapporto tra politica e magistratura, perché c’è la pretesa di quest’ultima di entrare a gamba tesa nel gioco democratico. La politica non può accettare questa prevaricazione della magistratura perché le leggi le fa il Parlamento e i giudici le devono applicare. La nostra proposta mira a far sì che il presupposto su cui si basa l’ipotetica reiterazione del reato sia specificatamente motivato”.
Come si spiega l’atteggiamento di chi chiede interventi contro il sovraffollamento ma è contrario a una limitazione delle misure cautelari?
“La contraddizione è nel fatto che le forze politiche manettare e giustizialiste oggi sono per un liberi tutti, mentre quando il problema si pone per i detenuti in attesa di giudizio c’è un atteggiamento per il quale il tintinnio delle manette deve prevalere sulla presunzione di innocenza. Basta guardare le iniziative promosse dal campo largo per chiedere le dimissioni di Toti in spregio ai nostri principi costituzionali”.
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