Giuliana Cavazza: “Non c’è collaborazione per la verità su Ustica”
“Perché ci attaccano anziché collaborare?”. È questa la domanda che si pongono, nel comunicato stampa reso noto dall’associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, la presidente onoraria Giuliana Cavazza e la presidente Flavia Bartolucci in merito alle accuse di “depistaggio” nei confronti dell’organizzazione arrivate nei giorni scorsi. Un pregiudizio che definiscono “incomprensibile” di fronte alle iniziative portate avanti in questi anni e di fronte alla “ricerca della verità”.
A rispondere alle polemiche emerse negli ultimi giorni è la presidente onoraria dell’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, Giuliana Cavazza.
“La nostra associazione viene spesso ignorata e coperta di insulti dall’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica (guidata dalla presidente Daria Bonfietti, ndr) che forse dimentica che non siamo un’associazione per la memoria delle vittime, siamo un’associazione che cerca la verità. Non vogliamo né ricordare né farne una professione. A noi interessa la sentenza penale da cui, indirettamente, è emerso l’unico dato tecnicamente sostenibile per la caduta dell’aero: c’è stata una esplosione a bordo. Per cui siamo interessati a spingere la magistratura ad andare avanti su questo e capire le responsabilità su quanto accaduto”.
La vostra associazione, come recita anche il nome, cerca la verità, ma è stata definita “sedicente”.
“Ci dispiace che cerchino di delegittimarci dicendo cose assolutamente non vere, con un attacco frontale che trovo incomprensibile. Io ho perso la mia mamma e quello che a me interessa è capire chi è stato il responsabile di quanto accaduto. Per molti anni ne siamo rimasti fuori perché lo vedevo come un gioco politico”.
Un’altra accusa nei confronti dell’Associazione è quella di portare avanti un “gioco politico”. È così?
È l’associazione presieduta da Bonfietti che vuole farlo diventare un fatto politico. Per me, per noi, è un fatto tecnico: non ci interessa una verità redditizia, vogliamo sapere chi ha trasportato, chi ha messo l’esplosivo sull’aereo. Perché anche se sono passati 40 anni quella persona potrebbe essere ancora in giro. Inseguire finti responsabile per un missile che non c’è stato è prendere in giro gli italiani.
Allora da dove arriva questa accusa?
Chi fa qualcosa che sa non essere corretto, ribalta l’accusa. Sorrido, quando mi danno della depistatrice. La signora Bonfietti non ha mai voluto un incontro, un confronto, in cui si possano mettere sul tavolo i dati tecnici che abbiamo e che sono incontrovertibili. Si è tentato di delegittimare anche alcuni membri della commissione tecnica che fece la perizia e i conseguenti dati. Citano persino l’ipotesi accusatoria del Giudice Priore come una sentenza definitiva della verità. Fu proprio questo che mi fece pensare al fatto che ci fosse qualcosa che non tornava.
Quali motivi pensa ci siano dietro questa “non collaborazione”?
Quando le basi che si portano avanti si poggiano sulla sabbia, non si vuole un confronto con chi porta argomenti veri. E lasciare che si alimenti questo minestrone torbido di roba vecchia e sconfessata significa che non si hanno tesi e dati.
C’entrano i risarcimenti?
Oggi la fotografia è questa: è stato creato un gigantesco circo di importanti fondi pubblici per il museo e per l’associazione dei parenti delle vittime. L’associazione vive di fondi pubblici, i soci non hanno quota sociale. Si è creata una grande macchina su questo racconto che viene istericamente riproposto, perché se si smonta questo si smonta tutto. E di seguito anche i risarcimenti plurimilionari. È un gioco perfetto politico ed economico.
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