Granchio blu, un prefetto per la guerra alla specie aliena
Il neo commissario straordinario al granchio blu Enrico Caterino nella sala stampa di Palazzo Chigi durante conferenza stampa di presentazione, Roma, 6 Agosto 2024. ANSA/GIUSEPPE LAMI
“Il prefetto Enrico Caterino è commissario per il granchio blu”. A un anno esatto dal primo decreto di Palazzo Chigi che affrontava con misure straordinarie l’emergenza della specie aliena che da tempo attacca il comparto della pesca nazionale, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin scelgono la strada del commissario straordinario. “Caterino – dice Lollobrigida – già prefetto di Rovigo e di Ravenna e commissario del comune di Torre Annunziata sciolto per condizionamenti mafiosi, ha il valore dell’efficienza e la conoscenza del territorio avendo svolto attività di prefetto”.
Caterino è pronto a cominciare: “C’è una struttura da costruire e ci sono vari passaggi, non ci sono margini di manovra, logicamente dialogherò con il settore in maggiore difficoltà che è quello ittico e con gli istituti di ricerca. Inizierò non appena la struttura sarà operativa e attiverò subito gli incontri sul territorio, a partire dal Delta del Po e da Chioggia”. E annuncia: “La struttura commissariale per il granchio blu prevederà anche un vicecommissario, ci stiamo pensando”.
Per Lollobrigida “avverrà ora un salto di qualità”. Avverte però: ” Un’altra cosa che va attivata, e l’abbiamo sottolineato nella riunione dell’Agrifish, è prevedere una cabina di regia europea su questi fenomeni: dalla peste suina fino alle specie aliene presenti nei nostri mari come il granchio blu. Una cabina di regia che preveda strategie europee, perché se si punta al depopolamento o alla eradicazione di una specie dannosa per l’ambiente, non si può fare sulla base dei confini geografici”.
“In Tunisia – ha aggiunto il ministro- il 21% dell’export del pesce è legato al granchio blu. E quindi la prospettiva di commercializzazione c’è, ma i sistemi di produzione trasformazione vanno adeguati. Serve un rapporto strategicoche veda da parte dell’Europa una consapevolezza nuova di alcune emergenze che vanno affrontate insieme e devono prevedere un rapporto tra istituti di ricerca e risorse”.
Torna alle notizie in home