Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato (nuova) banca. La chiusura degli sportelli sui territori non piace ai consumatori. Certo, c’è la tecnologia. Sicuro, avere tutto a portata di app è comodo e, ormai, è diventata un’abitudine quasi irrinunciabile per milioni di italiani. Però il contatto umano, fisico, con la propria banca sta diventando una sorta di miraggio. E ciò, soprattutto nei territori, nelle periferie, diventa un problema. Per un vero e proprio esercito di persone.
La Uil Credito, Esattorie e Assicurazioni, Uilca, ha diffuso nella giornata di ieri un report molto interessante. Secondo cui addirittura nove utenti, nove clienti su dieci, sarebbero insoddisfatte della nuova strategia digitale delle banche. Ma c’è di più. Per sette consumatori su dieci si avverte “la mancanza della filiale bancaria”. Rispetto al 2023, il sentiment rispetto alle chiusure sui territori è addirittura andato peggiorando dal momento che, un anno fa, era circa il 60% (per la precisione il 63,5%) degli intervistati a “reclamare” la presenza fisica di una filiale. Insomma, hanno fatto un deserto, che depaupera la provincia, le periferie, di un punto di riferimento per le comunità locali e l’hanno chiamato (nuova) banca. Non appare un caso, perciò, che a essere insoddisfatti più degli altri siano i residenti nelle Regioni dove non ci sono metropoli. Lo scontento è più percepibile e forte, secondo i dati Uilca, in Basilicata, in Calabria e Molise. Ma pure nel Friuli Venezia Giulia, in Veneto e in Sardegna e Sicilia. Delusi, infine, anche gli utenti del Piemonte. Per il sindacato, in queste regioni, tutti (dieci su dieci) sarebbero critici nei confronti della “sparizione” delle filiali sui territori. Dati simili si sarebbero, inoltre, registrati in Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria e Valle d’Aosta.
Queste sono le reazioni della clientela. Ma il report Uilca riporta anche i numeri delle filiali chiuse. Secondo la ricerca, in appena cinque anni e cioè dal 2018 fino al 2023, l’Italia ha perso uno sportello bancario su cinque (-20,7%) mentre i Comuni serviti da una filiale sono scesi del 13,4%. In pratica, ben 717 città di piccole e medie dimensioni hanno perso punti di riferimento fisici per il credito sul loro territorio.
Per Fulvio Furlan, segretario Uilca, la situazione è seria e, pertanto, rinnova l’impegno del sindacato sul fronte, molto delicato, del rapporto tra mondo del credito, imprese e famiglie: “Continua l’impegno Uilca contro la chiusura delle filiali bancarie sui territori. Purtroppo, anche quest’anno – ha dichiarato Furlan in una nota – , i dati rispecchiano la situazione di disagio e malcontento rilevata nel 2023, in occasione della campagna itinerante Uilca Chiusura filiali? No, grazie che ci ha visto girare i comuni più colpiti dalla desertificazione bancaria. L’evento di gennaio di presentazione dei dati al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha comportato l’istituzione di un tavolo di lavoro al Cnel e dei primi Osservatori Regionali dedicati al problema”.
I dati Uilca fanno pendant con quelli già rilevati e pubblicati, a maggio scorso, dai “colleghi” della First-Cisl. I numeri sono e restano inquietanti. “Nei primi tre mesi dell’anno altri sette comuni italiani hanno visto chiudere l’ultima filiale presente sul loro territorio – secondo il sindacato – . Si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015”. Stando alle rilevazioni First-Cisl, gli italiani che vivono in Comuni non serviti da alcuna filiale bancaria sono poco più di un sesto della popolazione generale: circa 10,5 milioni. Tra di loro ci sono moltissimi anziani che hanno oggettive difficoltà a disimpegnarsi tra app e soluzioni digitali per sbrigare anche la più banale delle commissioni quotidiane. Un deserto, appunto; e l’hanno chiamato banca.