Politica

PRIMA PAGINA-L’agosto caldo delle nomine tra Roma e Bruxelles

di Giuseppe Ariola -


Se con l’inizio di questo agosto caldo, con le ferie e le vacanze alle porte, la discussione sulla futura Commissione europea si è affievolita, è solamente perché è l’intero dibattito politico a subire del clima estivo. Le prossime settimane restano infatti cruciali per la composizione dell’esecutivo Ue ed è ancora da capire quale ruolo toccherà all’Italia in una compagine che si andrà a determinare, presumibilmente, entro la fine del mese, al massimo nei primi giorni di settembre. Di certo le trattative sono ancora in corso a diversi livelli e molto dipenderà dai colloqui diretti tra la presidente del Consiglio italiana e la presidente della Commissione europea che dovranno provare a trovare un’intesa. Sul tavolo resta ancora la richiesta di ottenere un commissario europeo con deleghe e responsabilità importanti, ovvero con un portafogli di peso. È ciò a cui ha lavorato la premier Giorgia Meloni, al netto dell’astensione sul nome di Ursula von der Leyen in occasione dell’ultimo Consiglio europeo e del voto contrario espresso dalla delegazione di Fratelli d’Italia in seno al gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo. D’altronde, queste singole cose stanno insieme solamente in un contesto politico nazionale, ma non certo in quello comunitario, dove i meccanismi sono diversi da quelli ai quali siamo abituati e le varie forze in campo si misurano su fattori differenti. A partire dalla centralità e dall’importanza che rivestono i singoli stati membri, ma anche in relazione alla tenuta e alla forza dei rispettivi governi. Riguardo a quest’ultimo aspetto, non può essere in nessun caso ignorato che alle elezioni europee quello italiano è stato il solo governo a uscire addirittura rafforzato dalle urne, a differenza di quanto accaduto, per esempio, in Francia o Germania che pure provano a continuare a spadroneggiare nell’Unione. Sull’importanza dell’Italia, innanzitutto dal punto di vista economico, c’è poco da dire, il Paese è tra i tre più importanti d’Europa e merita la giusta considerazione e, soprattutto, il giusto lustro. Non a caso, un esperto conoscitore della macchina europea come Antonio Tajani ha fin da subito fatto sponda con l’inquilina di Palazzo Chigi per ottenere l’opportuno riconoscimento, tra cui anche una vicepresidenza esecutiva della Commissione. Il vicepresidente del Partito Popolare europeo lavora da tempo per portare a casa questo risultato sul quale ha fatto esporre anche gli eurodeputati eletti nelle liste di Forza Italia. Un obiettivo a cui ha lavorato anche un altro esponente di governo molto addentro ai palazzi e alle dinamiche comunitarie, Raffaele Fitto che è sembrato a lungo il predestinato per un incarico di prestigio. Negli ultimi giorni, invece, l’eventualità di ottenere una delega di rilievo sembra essere andata via via scemando, tanto che da ambienti parlamentari della maggioranza trapela un certo nervosismo e c’è chi si spinge a riferire di un raffreddamento dei rapporti, nonostante questo agosto caldo, tra Giorgia Meloni e il suo ministro Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnnr non ci sta a trasferirsi a Bruxelles in mancanza di un ruolo di rilievo e, a quanto si apprende, non avrebbe mancato di dirlo a chiare lettere alla premier che, invece, continuerebbe a preferire il suo nome a quello di altri che pure sono stati messi in campo. Insomma, la delega al Mediterraneo di cui si parla negli ultimi giorni se risulta poco lusinghiera per il governo italiano, piace ancora meno a Fitto che non ci pensa proprio a lasciare le caselle che occupa attualmente, tra le quali la Cabina di regia sul Pnrr, per finire ridimensionato con una responsabilità europea di secondo piano relativa ai paesi dell’Europa meridionale, dovendosi oltretutto rapportare con l’Alto Rappresentante per la Politica Estera, l’estone Kaja Kallas. Vedremo se alla fine di questo agosto caldo la situazione, in Italia e in Europa, si sarà raffreddata o se quello che ci attende sarà un settembre addirittura rovente.


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