Ambiente

Orsi, referendum in val di Sole: subito raccolte 6 mila firme

di Ivano Tolettini -


In quattro giorni in val di Sole sono state raccolte 6 mila firme tra i residenti dei tredici Comuni per indire il referendum contro gli orsi. In prima fila i volontari del comitato “Insieme per Andrea Papi”, lo sfortunato runner sbranato nell’aprile 2023 dall’orsa JJ4, che ripetono come un mantra che ci dev’essere il giusto equilibrio tra uomo e animali, mentre la situazione in Trentino è sfuggita di mano in una decina di vallate dove la presenza del grande carnivoro inquieta i residenti. Sia perché la gente vuole tornare a camminare nei boschi senza paura, sia perché si teme che l’orso possa diventare un dissuasore per il turismo, la prima industria trentina. Ieri le sottoscrizioni sono state consegnate alla Comunità della val di Sole per sollecitare il referendum sulla non accettazione sociale dell’orso. Ai primi di settembre si dovrebbe votare. La spaccatura tra animalisti e istituzioni trentine è netta, con il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che interpreta il pensiero della maggior parte della popolazione. La grande operazione Life Ursus va ripensata perché la proliferazione degli orsi nel Trentino meridionale è geometrica. Se un terzo della popolazione della sola val di Sole in pochi giorni ha aderito all’iniziativa di convocare il referendum significa che la sensibilità è al massimo livello. E che bisogna trovare il giusto compromesso. Il Tar del Trentino nei giorni scorsi ha sospeso anche la seconda ordinanza della giunta Fugatti per l’abbattimento di Kj1, responsabile dell’aggressione a Dro dello psichiatra infantile francese che è finito all’ospedale, ipotizzando di interdire alla gente le aree più densamente popolate dagli orsi. Un’ipotesi che dai sindaci è stata rispedita subito al mittente perché ci sono quasi 250 chilometri di sentieri nella zona dove si cerca Kj1. Roberto Pacher, presidente del consiglio regionale della Società Alpinistica Tridentina (SAT), polemicamente afferma: “Finirà con gli orsi liberi e gli uomini recintati”. Per contro l’Enpa ha inviato ai sindaci di Dro, Cavedine, Mandruzzo, Arco e Comano Terme una Pec con cui li invita a chiudere l’area in cui si trova Kj1. Una richiesta improponibile per i primi cittadini che ripetono che bisogna vivere la realtà delle valli e della sua gente prima di sollecitare determinate richieste.
BRAMBILLA CONTRO FUGATTI
La deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente afferma che “l’istituto per la protezione ambientale non chiede l’abbattimento, semplicemente non si oppone ad esso. Come prevede il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso, oltre l’abbattimento, sono previste, in alternativa, anche il radiocollare (che nel frattempo è già stato applicato al plantigrado) e la cattura e lo spostamento in un recinto, come già avvenuto per Jj4, dopo la morte di Papi. Nei giorni scorsi il Tar ha dato ragione al nostro ricorso e sospeso la seconda ordinanza di abbattimento, firmata dal presidente Fugatti che non sta applicando quanto previsto dal decreto del Tar circa la delimitazione dei sentieri su cui si trova l’orsa. Delimitarli non significa solo chiuderli, ma anche impiegare dei forestali per tenere lontane le persone, evitando gli incidenti. Abbattere Kj1 non vuol dire solo eliminare un’orsa ma quattro, perché i suoi tre cuccioli sarebbero condannati a morte certa”. Per contro la deputata trentina Alessia Ambrosi, di FdI, ha depositato una interpellanza al ministro del Turismo, Daniela Santanché, “per chiedere di monitorare in maniera più incisiva quali siano, oltre a quelle sulle persone che tutti possiamo purtroppo constatare – effettivamente in termini economici e sociali le ricadute negative anche sul turismo trentino, sia a seguito dell’uccisione di Andrea Papi sia del turista francese ferito gravemente lo scorso 16 luglio da KJ1”. E c’è chi come la senatrice altoatesina Michaela Biancofiore, presidente del Gruppo Civici d’Italia – Noi Moderati, insiste sulla proposta alternativa “consigliata dai nostri veterinari esperti, veterinari trentini per intenderci, per la gestione dei plantigradi, quali appunto la sterilizzazione che eviterebbe proprio la riproduzione” indiscriminata degli orsi, che hanno raggiunto almeno i duecento esemplari in una dozzina di vallate.


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