Economia

Addio redditometro: l’annuncio di Salvini, la gioia di Fi. Cgil a valanga: “Un errore”

di Giovanni Vasso -


Redditometro, addio. Il vicepremier e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato la fine dell’occhiuta sorveglianza fiscale con un post su X: “Uno strumento intrusivo di un fisco nemico di cittadini e lavoratori che, da oggi farà finalmente parte del passato. Più garanzie per i cittadini e stop al Grande Fratello fiscale! Lasciamo lavorare gli italiani perbene, assicurando che ad essere individuati e puniti – senza sconti – siano coloro che non hanno mai dichiarato niente”. Per il vicepremier si tratta di “una misura di buon senso”. Che Forza Italia rivendica per sé. O, quantomeno, il partito azzurro si assume i meriti della fine del redditometro che, per un attimo, aveva rifatto capolino nella vita degli italiani. Raffaele Nevi, vicepresidente dei deputati dichiara: “Forza Italia rivendica con orgoglio l’ottimo lavoro fatto sul redditometro che, grazie a noi, viene definitivamente archiviato. Abbiamo sollevato giustamente il problema, posto sul tavolo delle cose da fare immediatamente e lavorato in Parlamento per la sua definitiva eliminazione. Questo è il senso del nostro modo di fare politica, nessun annuncio roboante ma pragmatismo e concretezza e soluzione dei problemi. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, l’evasione fiscale si combatte in altri modi e su questo il governo sta facendo un ottimo lavoro, non certo attraverso strumenti vetusti, fuori dal tempo e coercitivi. Avanti così per un fisco trasparente e amico dei cittadini”. Parole a cui fanno seguito quelle di Tommaso Foti, capogruppo Fdi alla Camera: “Un fisco invasivo non fa parte del dna del centrodestra e di Fratelli d’Italia. Ecco perché grazie al governo di Giorgia Meloni viene abolito una volta per tutte il redditometro, strumento che vessava i cittadini in maniera indiscriminata. Viene di contro introdotta una nuova misura, che stanerà i grandi evasori, cioè chi possiede beni di lusso, ma risulta nullatenente e non paga le tasse”. Ma non è tutto: “A pochi mesi dall’approvazione della riforma fiscale, il governo di Giorgia Meloni tira dritto verso una vera e propria rivoluzione del fisco, che prevede la riduzione delle tasse – già attuata in parte- e la lotta serrata all’evasione, mai seriamente contrastata dalle sinistre. Fratelli d’Italia lavora per in un fisco amico che tenda la mano a chi è impossibilitato a pagare, ma che sia invece risoluto e severo con i furbetti”.

 La fine del redditometro, però, scoccia la Cgil che col segretario confederale Christian Ferrari va all’attacco del governo: “La Cgil ribadisce la sua contrarietà al concordato preventivo biennale, che favorisce gli evasori, liberandoli dall’obbligo di pagare le imposte sul reddito effettivo. Un provvedimento ulteriormente peggiorato dal Consiglio dei ministri di oggi, con la previsione di una flat tax incrementale tra il 10 e il 15%, nel disperato tentativo di aumentare il numero di adesioni che – a quanto risulta – saranno molto basse, al punto che si prevede un effetto insignificante sulle casse pubbliche. La ragione del probabile flop è facilmente intuibile: in assenza di controlli, resta più conveniente evadere che pagare qualcosa di più”. E ancora: “Va quindi ribaltato l’approccio, utilizzando tutti i mezzi tecnologici disponibili per contrastare efficacemente l’evasione fiscale (a partire dall’incrocio massivo e preventivo delle banche dati), compreso il redditometro che invece, secondo quanto riferisce il ministro Salvini, hanno deciso di superare definitivamente. Il Governo, evidentemente, non ha alcuna intenzione di procedere in questa direzione e intende continuare a privilegiare categorie che, secondo lo stesso Mef, hanno un tax gap del 70%, a discapito di lavoratori e pensionati, che sono rimasti gli unici a pagare tutto il dovuto”.


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