Esteri

Harris: “Non resterò in silenzio su Gaza”, Israele: “Danneggia negoziati”

di Eleonora Ciaffoloni -


L’incontro tra la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu è stato molto intenso. Harris, che punta alla nomination democratica per le presidenziali, ha espresso “seria preoccupazione” per le sofferenze a Gaza, assicurando che non rimarrà in silenzio. “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza e non resterò in silenzio”, ha dichiarato.

Un colloquio animato, con che Harris ha aperto l’incontro affermando che i due “hanno molto di cui parlare”, a cui Netanyahu ha risposto “certo che sì”. Il vertice è durato circa quaranta minuti. Secondo quanto riportato dalla stampa americana, Harris avrebbe esortato Israele dicendo che è “il momento di fare un accordo” e che è necessario raggiungere un’intesa con Hamas per porre fine alla guerra a Gaza e riportare a casa gli ostaggi.

Dopo l’incontro, Harris ha sottolineato l’importanza della soluzione a due stati: “È l’unica via per garantire che Israele resti uno stato ebraico e democratico sicuro e che permetta ai palestinesi di ottenere finalmente la libertà, la sicurezza e la prosperità che meritano”.

Le dichiarazioni di Harris non sono state ben accolte in Israele. Le dichiarazioni della vice presidente Kamala Harris sulla “grave crisi umanitaria” a Gaza e la necessità di “porre fine alla guerra” danneggiano le trattative per il rilascio degli ostaggi e sono “da respingere entrambe”. Lo ha detto, citato dai media, un funzionario israeliano secondo cui nell’incontro il premier Benyamin Netanyahu ha offerto ad Harris un resoconto “dettagliato e fattuale” della situazione sul campo a Gaza che ha contraddetto le affermazioni della vice presidente “sulla crisi alimentare, la sofferenza dei civili e l’elevato numero di innocenti uccisi”.

“Il danno ai civili palestinesi è davvero il problema in questo momento?” ha osservato il funzionario. Poi, sempre citato dai media, ha aggiunto: “cosa dovrebbe pensare Hamas quando sente questo?” ed ha sottolineato che le affermazioni di Harris condurranno il gruppo terroristico a inasprire le sue richieste. “Spero che non portino – ha osservato – a una regressione nei colloqui perché abbiamo fatto molti progressi”.


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