Ambiente

Il Sud resta senz’acqua e rischia di perdere tutto

di Cristiana Flaminio -


Il Sud resta senz’acqua. E rischia di rimanere senza agricoltura e senza più nemmeno turisti. Le notizie che arrivano dalla Sicilia sulla mancanza d’acqua che mette a rischio la permanenza, in diverse località, dei turisti sono rimbalzate letteralmente ovunque all’estero. Giungendo, in questi giorni, persino sulle colonne del New York Times. Che ha dedicato un lungo articolo alla vicenda, da cui sono emerse essenzialmente due notizie. La prima è che i siciliani preferiscono non perdere i raccolti piuttosto che rinunciare ai turisti. La seconda è che “hanno fatto più danno gli articoli di giornale” che l’effettiva mancanza d’acqua, almeno nelle parole di Francesco Picarella, responsabile Federalberghi per Agrigento, la provincia che più delle altre ha subito disagi e problemi. Ma senza acqua le cose rischiano di andare a ramengo. L’Osservatorio Anbi per le risorse idriche ha riferito, nel suo ultimo report, che al Sud rimangono solo tre settimane d’acqua. Poi finirà. La situazione peggiore si registrerà in Puglia, in particolare nell’area del Foggiano dove, stando ai conti, negli invasi locali rimangono meno di 94 milioni di metri cubi. Aridità che potrebbe contagiare anche il Salento, già, a suo tempo, messo in ginocchio dalla pandemia della Xylella. La gravità della situazione è dimostrata, plasticamente, dai problemi che si registrano niente meno ai piedi della Maiella, in Abruzzo, a pochissima distanza da sorgenti d’acqua. L’acquedotto di Capo Vallone o della sorgente Verde starebbero registrando le portate più basse mai raggiunte e la cui produzione riesce a soddisfare ormai solamente il 75% del fabbisogno per la popolazione di quei territori.

Anche quello dell’acqua potrebbe diventare l’ennesimo divario tra Nord e Sud: “L’odierna fotografia dell’Italia idrica – ha spiegato Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – è quella di un Nord sovrabbondante d’acqua e di un Centro-Sud arso dalla siccità, dove sono a rischio asset economici importanti quali l’agricoltura ed il turismo. Va assunta consapevolezza, ad ogni livello, che il clima è cambiato e che necessita un nuovo modello per il territorio, dove resilienza non può che accompagnarsi con manutenzione, infrastrutture ed innovazione”.


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