Stellantis, conti in panne: utili dimezzati
Stellantis non festeggia la trimestrale, gli utili precipitano, e il primo semestre di quest’anno si chiude con una performance che l’amministratore delegato Carlos Tavares non ha esitato a definire “inferiore alle aspettative”. E proprio mentre lo stesso Tavares zittisce “la narrazione dei tagli” e riferisce di aver avuto incontri positivi con le parti sociali, esplode l’ennesimo fronte di scontro coi sindacati perché il gruppo ha deciso di cedere al fondo Usa One Equity Partners la maggioranza di Comau, azienda leader nell’automazione e nella robotica industriale.
Intanto i dati. Che raccontano il dimezzamento degli utili del gruppo italo-francese dell’automotive. I ricavi sono scesi del 14% stabilizzandosi a 85 miliardi di euro mentre gli utili di Stellantis tracollano del 48% fermandosi a “soli” 5,6 miliardi di euro. Tavares sbuffa: “La performance della società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali. Abbiamo molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America, per massimizzare il nostro potenziale a lungo termine”. Secondo l’analisi del Ceo, i risultati non proprio lusinghieri “sono stati determinati principalmente da una riduzione dei volumi e del mix, con un confronto impegnativo dei volumi, dovuto alla combinazione di iniziative di riduzione dello stock con gap temporanei nella produzione legati a una transizione generazionale del portafoglio prodotti, oltre ad una riduzione della quota di mercato, in particolare in Nord America”. Sugli utili in caduta libera nei bilanci Stellantis, poi, avrebbero pesato anche “i cambi meno favorevoli e i costi di ristrutturazione”. Un piano per rifarsi e riconquistare il terreno perduto già c’è. Ed è quello di “invadere” il mercato con “non meno” di venti nuovi modelli. Dieci dei quali già in produzione: tra cui c’è anche il Suv elettrico Maserati. Il Ceo parla di “offensiva sui prodotti che prevede non meno di 20 nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene”. Un linguaggio bellico che, però, ai mercati non è piaciuto granché dal momento che, a Piazza Affari, c’è stata un’autentica pioggia di vendite sui titoli ex Fca. Solo nella tarda mattinata le perdite si sono stabilizzate al -7,67% dopo che il valore delle azioni era sceso addirittura in doppia cifra al -10,36%.
Tavares, che ha tenuto una call coi giornalisti, ci ha tenuto a tendere il ramoscello d’ulivo al governo e ai sindacati: “Non c’è assolutamente alcun motivo per non raggiungere un accordo”, afferma il Ceo riferendosi alle fabbriche e alle quote di produzione italiana. “Sono molto ottimista, credo che ciò che il governo voglia sia creare più valore nel Paese ed è proprio questa la nostra missione”. Un messaggio, inoltre, anche per i sindacati: “Sono molto soddisfatto del dialogo con i sindacati italiani. Ho avuto tre incontri con loro, due a Torino e uno a Roma. Abbiamo spiegato il piano. Il loro feedback è stato: capiamo, ha senso. Stiamo cercando di guidare il cambiamento proteggendo i nostri dipendenti, e stiamo cercando di farlo con i partner sindacali, che hanno risposto in modo molto costruttivo al piano che abbiamo presentato loro”. Eppure, proprio mentre Tavares distribuiva carezze, i sindacati, che già mercoledì avevano tuonato contro le scelte di Cig a Mirafiori di prolungare gli ammortizzatori per oltre 3mila operai, chiamavano il governo per frenare l’ennesima dismissione in casa Stellantis. L’annuncio della cessione dello spin-off di Comau agli americani di One Equity Partners, a seguito di un accordo vincolante, per cifre e con modalità che non sono state rese note, ha indotto la Fim-Cisl a fare appello al governo chiedendo all’esecutivo di esercitare la golden power: “Abbiamo sempre sostenuto che l’unico spin-off per noi accettabile era sul modello Ferrari dove si manteneva la maggioranza azionaria della società Stellantis, a garanzia del patrimonio industriale del nostro Paese. Come abbiamo già chiesto, insisteremo con il governo italiano per attivare la Golden Power al fine di ottenere tutte le garanzie industriale e occupazionale di queste importante azienda”. La notizia ha fatto storcere il naso anche alla Fiom-Cgil: “Si auspica che il governo agisca la golden power e non è più rinviabile la convocazione di un incontro alla presidenza del consiglio sull’automotive e Stellantis perché la situazione continua a precipitare in tutto il settore. E Stellantis è la vera responsabile di questo processo. Si tratta di una scelta sbagliata per due ragioni – ha spiegato il segretario nazionale Samuele Lodi – Stellantis si priva di un pezzo ad alto contenuto tecnologico e innovativo che conta 3.800 lavoratrici e lavoratori; il 50,1% delle quote azionarie verrà ceduta a One Equity Partners, quindi la maggioranza passa ad un fondo di investimento e non a un soggetto industriale. Lo spin off sarà in due tempi nel senso che, in una prima fase Stellantis rimarrà dentro la compagine societaria di Comau, come azionista di minoranza”.
Torna alle notizie in home