Politica

L’Ue fa litigare Lega e Forza Italia. Tajani: “Ininfluenti”, il Carroccio: “Con Schlein per una poltrona”

di Giovanni Vasso -

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante l’assemblea nazionale Coldiretti, Roma, 19 luglio 2024, ANSA/VINCENZO LIVIERI


L’Europa fa esplodere lo scontro tra la Lega e Forza Italia. Le alleanze a Strasburgo fanno litigare la compagine di governo a Roma. Antonio Tajani, segretario di Fi, ha rivendicato con orgoglio l’aver sostenuto e votato il mandato bis alla presidenza della Commissione Ue di Ursula Von der Leyen. Ha pure provato a “convincere” Giorgia Meloni senza riuscirci. Adesso, unica forza di governo (in Italia) a esserlo anche in Europa, Forza Italia si aspetta di capitalizzare quelli che ritiene di poter vantare come importanti successi politici anche elettoralmente. E lo stesso Tajani, all’evento Anuman2024, che si sta tenendo a Tolfa a Roma, ritiene che presto il partito potrà tornare ai fasti di un tempo: “Un sondaggio fatto dopo il voto dice che Forza Italia è l’unica forza del centrodestra che cresce – afferma il vicepremier -, per gli italiani abbiamo imboccato la strada giusta”. E quindi spazio alle ambizioni: “Stiamo perseguendo l’obiettivo di allargare i nostri consensi per arrivare al 20 per cento alle elezioni politiche”. Poi Tajani rivendica “la forza tranquilla” a cui affida il suo allure politico: “Non sono abituato a frasi roboanti ma se fisso un obiettivo lo raggiungo”. Pertanto, il segretario ha annunciato “la nuova stagione congressuale” che comincerà dopo l’estate. La parola d’ordine, oltre ai “giovani”, è allargare, preferibilmente al “centro”. Calenda e Renzi sono avvisati. A destra, per Tajani, non c’è spazio fertile per la politica: “Un’altra maggioranza in Ue ha eletto i vicepresidenti di Metsola, sono stati eletti vice dei conservatori e, senza polemica, non ne sono stati eletti dei Patrioti che ancora una volta si dimostrano ininfluenti”. Poi la stoccata: “Il problema è che anche i patrioti italiani rischiano di essere ininfluenti all’interno dei patrioti europei”. A differenza di Forza Italia: “Il Ppe ha vinto, darà le carte e noi di Fi siamo in cabina di regia”. In pratica, Tajani riesuma il vecchio concetto di voto utile per colpire il Carroccio. Che, a sua volta, ritrova la verve dialettica dei tempi che furono e azzanna il “nemico” a Bruxelles, “alleato” a Roma: “Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante: meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre”. Finita qui? Manco per sogno. Tajani, evidentemente informato dai lanci d’agenzia degli strali lanciatigli contro dai leghisti, ha controreplicato intingendo le parole nel veleno: “Qualcuno dice che abbiamo votato come Schlein e i Verdi, potrei dire che chi ha votato no ha votato come Salis e Conte”. “Ma – aggiunge il segretario di Forza Italia sarebbe una risposta puerile. Noi abbiamo fatto scelta coerente, la Von der Leyen è stata eletta da un congresso, abbiamo sempre detto che avremmo votato per lei”. E quindi ha rincarato la dose su chi conterà davvero a Bruxelles e chi no: “Il programma di von Der Leyen, del Ppe e di Fi sono praticamente sovrapponibili”. Ora, essendo nella cabina di comando, FI avrà la possibilità di vigilare anche affinché non ci siano deviazioni che vadano nella direzione sbagliata, soprattutto sul cambiamento climatico”. Tra Lega e Forza Italia, dunque, volano gli stracci. Toccherà a Meloni tentare una mediazione.


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