Da Orban a Gaza, il discorso di Von der Leyen: “Europa forte”
“Ci vuole un’Europa forte”; e come da prassi, Ursula von der Leyen ha parlato in tre lingue nel suo discorso per la riconferma al vertice della Commissione Ue al Parlamento europeo. Ha illustrato il suo vaste programme, un ambizioso tentativo di mettere insieme priorità e temi da destra a sinistra, e ha detto la sua sugli argomenti di più stringente attualità nell’Unione. A cominciare dalla missione di Orban a Mosca che, per Ursula “non era una missione di pace” ma semmai “una missione di appeasement”. Di nuovo la parola magica che riconnette la situazione di oggi a quella degli anni ’30 del ‘900 e la Russia di Putin alla Germania nazista. Appeasement, infatti, fu la politica tenuta alla conferenza di Monaco del ’38 dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Ma che non servì a evitare lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Queste parole hanno scatenato la reazione del Parlamento. Da un lato i Patrioti che hanno tuonato “Bravo Orban” e dall’altro tutti gli altri che, invece, hanno applaudito le dure parole pronunciate dalla von der Leyen. Che ha rincarato la dose: “Due settimane fa un premier europeo si è recato a Mosca. Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelarci. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina e l’Ue la sosterrà finché sarà necessario”. Inoltre, von der Leyen non perdona: “Non ho dimenticato come Putin ci ha ricattato sulle forniture energetiche, ma abbiamo investito sulle rinnovabili e siamo stati in grado di liberarci dalla dipendenza e garantiremo che l’era della dipendenza dai combustibili russi sia finita una volta e per tutte”, ha tuonato Ursula von der Leyen. Che, poi, ha rivolto il pensiero alla crisi del Medio Oriente. “Lo spargimento di sangue a Gaza deve fermarsi, qui e ora. L’umanità non può sopportare oltre. Stiamo lavorando per un maggior sostegno all’autorità nazionale palestinese”. Per l’aspirante presidente bis della Commissione: “La soluzione a due Stati è il modo migliore per garantire la sicurezza sia per gli israeliani che per i palestinesi. La gente di quella regione merita pace e prosperità e l’Ue sarà con loro”.
Va da sé, dunque, che il cuore dell’intervento di Ursula von der Leyen si sia concentrato sulla necessità di rafforzare la difesa comune europea. E nel farlo, la presidente che ambisce a restare alla guida della Commissione, ha parlato in francese. Strizzando, così, l’occhio a Parigi che sogna di avere per sé il Commissario alla Difesa: “Serve un’unione della Difesa”.
Un passaggio importante del discorso di Ursula von der Leyen è stato sugli agricoltori, i primi a rendere realtà una protesta paneuropea che dalla Romania alla Spagna, dalla Germania alla Francia, dalla Polonia all’Italia ha portato centinaia di trattori a manifestare a Bruxelles. “Mi assicurerò che agli agricoltori europei sia corrisposto un reddito equo, lavoreremo a una nuova strategia per il settore dell’agroalimentare”.
L’obiettivo di von der Leyen è uno solo: “Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora: l’Europa è dinnanzi a una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo per il prossimo lustro. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia”.
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