Il Pd predica bene e razzola malissimo
Predicare bene e razzolare male: mai proverbio fu più azzeccato per il Partito democratico di Elly Schlein. Vi ricordate quando la premier Giorgia Meloni, appena arrivata a Palazzo Chigi, varò la sua prima legge di Bilancio? Ebbene, fu attaccata duramente dal Pd. Nel mirino soprattutto la cosiddetta “rottamazione quater” delle cartelle esattoriali volute da Matteo Salvini. “Regala un miliardo per il condono, un passo indietro rispetto alla lotta all’evasione”, aveva scritto il dem Giuseppe Provenzano. A cui faceva eco l’ex governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “Ecco il condono, che con la destra non può mai mancare, come un marchio di fabbrica”. Ad andarci giù ancora più pesante era stato il capogruppo dem in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano: “Basta favorire gli evasori, basta aiutare dei criminali”. Questo a parole, perché il Pd nei fatti invece ha fatto proprio l’opposto. Come ha riportato ieri in un pezzo molto dettagliato il sito Open, nella lista dei beneficiari di quella “misura scellerata” spunta proprio il Partito democratico. Ma non finisce qua, i dem avrebbero chiesto e ottenuto dall’Agenzia delle Entrate di aderire alla sanatoria risparmiando le sanzioni previste. In questo modo, si sono fatti ammettere alla rateizzazione dei contributi per il personale che il partito non aveva versato agli istituti di previdenza, come Inps e Inpgi (a busta paga del Nazareno infatti ci sono anche 18 giornalisti). Il tutto si evince dalla nota integrativa al bilancio 2023, dove la verità è celata in una supercazzola in burocratese: “Il Partito, nell’anno 2023, ha ricevuto l’accoglimento della domanda presentata per l’adesione alla Definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022”. Il Pd ha oltre cento dipendenti, alcuni dei quali la Schlein ha incentivato all’esodo. Questo quando le disponibilità liquide del Nazareno al 31 dicembre 2023 risultavano intorno ai sei milioni di euro. È proprio il partito dalla parte dei (suoi) lavoratori, sì sì.
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