I negoziati si chiudono per Gaza e si riaprono per l’Ucraina?
Hamas ha annunciato il suo ritiro dai negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dopo l’attacco israeliano per eliminare il leader militare del movimento, Mohammed Deif, che ha causato la morte di oltre 90 rifugiati a Khan Younis. Il gruppo, stando a quanto riferito all’Afp da un suo funzionario, “è pronto a riprendere i negoziati” quando Israele “dimostrerà serie intenzioni di concludere un accordo di cessate il fuoco”, associato allo scambio di prigionieri palestinesi con ostaggi trattenuti a Gaza. Il Movimento islamico di resistenza ha fatto sapere di ritenere gli Stati Uniti “legalmente e moralmente” responsabili del “genocidio” lo Stato ebraico sta compiendo con armi americane nell’enclave palestinese. “L’amministrazione americana ha causato una grande tragedia umana e un danno enorme al nostro popolo attraverso la sua partecipazione al crimine di genocidio e la fornitura di armi vietate a livello internazionale all’occupazione (israeliana) con cui ha ucciso decine di migliaia di civili”, si legge in una dichiarazione. Gli Usa hanno concesso agli israeliani missili e bombe con 200 libbre di esplosivo “senza alcun controllo o responsabilità”, comprese “bombe del tipo GBU 28, bombe a guida GPS destinate a distruggere infrastrutture, bombe al fosforo bianco vietate a livello internazionale, le bombe non guidate e le bombe intelligenti JDAM”, è scritto ancora. I miliziani hanno criticato anche il fatto che Washington abbia posto il veto a diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedevano una sospensione delle ostilità, affermando che ciò li rende “un importante sostenitore e partner del crimine di genocidio”. Una ripresa delle trattative potrebbe invece verificarsi tra Ucraina e Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso noto che sta preparando un secondo vertice di pace per novembre al quale potrebbe essere rappresentata anche Mosca. Il primo di summit organizzato da Kiev, che si è svolto il mese scorso in Svizzera, ha visto l’assenza della controparte e non ha prodotto risultati concreti. Poco prima, su Telegram, Zelensky aveva definito i russi “un nemico terribile, che non può essere definito umano”.
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