Esteri

Attentato a Trump, polemiche sulla gestione della sicurezza

di Giuseppe Ariola -


L’attentato a Trump è fallito e il responsabile è stato neutralizzato come si dice in gergo. Non prima di aver però sparato da una distanza di soli 150 metri dal palco in Pennsylvania dove il candidato del partito Repubblicano stava tenendo un comizio. Sparato e comunque colpito Trump. Inevitabilmente – e giustamente – le polemiche per quanto accaduto si sono presto sostituite allo sgomento e allo stupore che subito dopo il tentato omicidio del tycoon hanno pervaso il popolo americano e l’intera comunità internazionale. Innanzitutto perché il cecchino, Thomas Matthew Crooks, pur non essendo un esperto di pratiche militari è riuscito a eludere i controlli e raggiungere, con un fucile semiautomatico, una postazione ottimale – il tetto di un edificio sito a ridosso del perimetro dove ha avuto luogo il comizio – per attentare alla vita dell’ex presidente americano, nuovamente in corsa per la Casa Bianca. Non solo, perché secondo quanto trapela, il ventenne era stato avvistato dagli agenti preposti ai controlli perché ritenuto sospetto, tanto che le autorità lo avevano segnalato e annunciato di tenerlo sotto controllo. L’informazione è stata trasmessa anche agli agenti del Secret Service deputati a garantire la sicurezza di Trump. A quanto pare, anche diversi supporter repubblicani che stavano partecipando all’evento avevano segnalato il giovane alla polizia. Eppure Crooks è riuscito a sparare e a ferire Trump prima di essere a sua volta colpito da un tiratore scelto appostato su un tetto appena alle spalle del palco dal quale Trump teneva il comizio. Da uno dei video che circolano in queste ore si vede chiaramente il cecchino dei servizi segreti staccarsi dal mirino del fucile per avere una visuale più ampia e funzionale a individuare l’attentatore. Poi, quasi contestualmente al proiettile partito dall’AR-15 di Crooks, l’agente fa fuoco. Il giovane era quindi esposto anche alla sorveglianza dall’alto che pure è riuscito a eludere finché non ha fatto fuoco o, comunque, fino a poco prima.

Inoltre, il tetto dal quale Thomas Matthew Crooks ha sparato all’ex presidente Donald Trump era stato valutato dal Secret Service come ”potenzialmente vulnerabile” nei giorni precedenti il comizio del candidato repubblicano. Qualcuno avrebbe quindi dovuto presidiare il tetto o comunque mettere l’edificio in sicurezza. Da qui la polemica sull’operato del servizio di sicurezza a tutela di Trump e su un eventuale dirottamento delle risorse incaricate di proteggerlo per la concomitante iniziativa della first lady Jill Biden che stava parlando a Pittsburgh. Circostanza però negata dal Secret Service che ha fatto sapere di non aver dirottato alcuna risorsa da Trump alla moglie del presidente Biden.


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