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Bozzoli, il giallo ricomincia: per un testimone austriaco non sarebbe lui l’assassino dello zio

di Angelo Vitale -


Il giallo Bozzoli “ricomincia”. Una vicenda giudiziaria che sembrava già “scaduta”: il condannato all’ergastolo catturato nel sottofondo di un letto come un topo di appartamento, il corollario di un detenuto “guardato a vista” perché sotto choc, le notizie sulla compagna e sul figlio già probabile materia di intervento di settimanali scandalistici. E invece, un testimone austriaco scagionerebbe Giacomo Bozzoli dall’accusa di aver ucciso lo zio Mario gettandolo nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno l’8 ottobre del 2015, omicidio per cui è stato condannato in via definitiva all’ergastolo.

Lo ha sostenuto nelle fasi concitate della cattura lo stesso 39enne, che continua a dirsi innocente. Una presunta svolta che Bozzoli ha messo nero su bianco in una lettera che dice di aver inviato al procuratore di Brescia Francesco Prete, al procuratore generale Guido Rispoli e al presidente della prima sezione penale Roberto Spanò, il primo giudice che lo ha condannato, ma nessuno l’ha ancora ricevuta. Ora, inquirenti e investigatori dovranno diminuire la loro “presenza televisiva” e dedicarsi di più alla possibile tessera di questo rompicapo. Bozzoli dice sul serio o è solo il disperato tentativo di spaccare l’Italia in due partiti contrapposti, di cui c’è stata “traccia “umanitaria” anche in qualche tg della giornata di ieri: e se fosse davvero innocente e chi ha lavorato ai contenuti dell’accusa che lo ha condotto all’ergastolo non ha tenuto in considerazione tutte le piste? Il giallo sembra esserci per intero.


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