Bankitalia: “Su il Pil in contesto globale a rischio”
L’Italia cresce in uno scenario globale ancora a rischio: i dati di Bankitalia sul Pil parlano chiaro. Le previsioni per il prodotto interno lordo hanno il segno più ma le dimensioni della crescita restano “contenute”. Il Bollettino economico pubblicato da Palazzo Koch riferisce che il Pil italiano aumenterà dello 0,6% quest’anno e salirà dello 0,9% quello venturo mentre la previsione per il 2026 è di una crescita stimata nell’1,1%. “Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest’anno – affermano gli analisti di Bankitalia -, secondo nostre stime il Pil in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera; è stato sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri”. Tuttavia, sottolineano gli analisti, c’è da tener conto della contrazione che si è registrata nei settori di manifattura e, soprattutto, dell’edilizia con il declinare degli effetti fiscali del Superbonus. Segnali positivi arriverebbero, inoltre, “dall’ulteriore espansione delle esportazioni” e “dalle indicazioni positive sui consumi” cui però “si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti”. Ciò accade perché l’Italia è dentro un sistema globale che tra guerre, economiche e combattute sul serio, crisi regionali e litigi tra superpotenze, non se la sta passando benissimo. “La ripresa del commercio mondiale potrebbe risultare più debole e graduale di quanto ipotizzato, anche in relazione al possibile aggravarsi delle tensioni internazionali connesse con i conflitti in corso”, spiegano gli economisti della Banca d’Italia. Che puntano il dito (anche) contro il rigore della Bce, i tassi alle stelle e la depressione imposta dalla Bce a guida Lagarde: “Un ulteriore rischio è rappresentato dalla possibilità che gli effetti della passata restrizione monetaria incidano più marcatamente sulla domanda interna”. Infine “vi è l’eventualità che il ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni comporti un calo dell’attività nel comparto edilizio più forte rispetto a quanto previsto”.
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