Cronaca

La morte di Alex è un grande enigma “Lite” tra i patologi

di Ivano Tolettini -


L’enigma si infittisce perché ci mancavano solo i distinguo tecnici tra patologi. Sul giallo del ragazzo morto dopo il rito sciamanico il consulente della Procura di Treviso, Alberto Furlanetto, e quello della famiglia di Alex Marangon, Antonello Cirnelli, avrebbero idee diverse sulle modalità del decesso. Di modo che sarebbero aperte tutte le strade investigative: dalla morte accidentale nel greto del Piave come conseguenza dell’assunzione di un decotto allucinogeno a quella violenta, un delitto. “In onore posso dire che nessuno ha fatto del male ad Alex Marangon nel perimetro dell’Abbazia, non è avvenuta alcuna violenza. Anche perché nessuno poteva volergli del male. La sua morte rimane un mistero anche per noi”. Andre “Zu” Zuin, organizzatore dell’evento a Vidor nel Trevigiano “medicina e musica” al quale partecipava anche il 25enne ragazzo veneziano, sparito intorno alle 3 di domenica 30 giugno e ripescato cadavere dal Piave martedì pomeriggio 2 luglio con gravi ferite che per la Procura di Treviso sono compatibili con quelle di un omicidio, è categorico. Zuin lo ripete da quando i carabinieri lo hanno ascoltato come testimone e lo fa anche davanti alle telecamere del Tg1. Assieme a lui nella chiesa della c’erano la compagna Tatiana “Tai” Marchetto e una ventina di partecipanti al terzo evento a base di musica, riflessioni curative per l’anima e la presunta somministrazione di infusi in apparenza vietati come la ayahuasca. “Quello che stride agli occhi di chi ha incontrato Alex quella sera dentro la abbazia di Santa Bona – spiega l’avvocato Cesare Dal Maso, che assiste il proprietario della grande magione Giulio da Sacco, il quale non è indagato – è che se il ragazzo fosse stato aggredito brutalmente e ammazzato nell’area dell’abbazia i cani molecolari, che sono intervenuti a poche ore dalla denuncia di scomparsa delle 6, avrebbero trovato qualche traccia di sangue perché è impossibile cancellare tutto”. Al contrario in due giorni di serrate indagini – aggiunge il legale vicentino – non è stato rinvenuto nulla”. Se la famiglia del barman chiede la verità e che chi sa parli, a far svoltare le indagini era stato un primo esito dell’autopsia eseguita dal medico legale Furlanetto, che era affiancato dal consulente della famiglia della vittima, Cernielli, perché sarebbero emerse le profonde ferite e la fratture alle costole che sarebbero compatibili solo con un brutale pestaggio. Ma proprio ieri è filtrato il retroscena che Furlanetto non sarebbe così sicuro che la morte è avvenuta a causa di un pestaggio. Del resto, quale potrebbe essere stato il movente se si è trattato davvero di un omicidio? Domande al momento prive di risposte, mentre i carabinieri coordinati dai magistrati Martani e Valmassoi, stanno riascoltando tutti. O meglio quasi tutti perché i due guaritori “curanderi”, tra cui il musicista colombiano Jhonny Benavides, sono rientrati in Colombia. Erano stati i due a seguire Alex quando all’improvviso durante il rito new age aveva abbandonato la chiesa dirigendosi verso il terrapieno che dà sul greto del fiume Piave sottostante una decina di metri. I due “curanderi” non trovandolo a causa dell’oscurità – così hanno riferito – sono tornati indietro e hanno informato gli altri che subito hanno cominciato a cercare Alex. Tre ore più tardi, verso le 6, la compagna del conte da Sacco l’ha informato, poiché lui stava dormendo non avendo partecipato al “rito sciamanico”, e sono state allertate le forze dell’ordine. La vittima come gli altri partecipanti avevano pagato 200 euro ciascuno per presenziare al rito. Dai carabinieri non viene neppure escluso a priori l’aggressione violenta possa essere stata compiuta da persone che si trovavano sul Piave e che sarebbero state disturbate dall’arrivo improvviso di Marangon, poiché quella zona appartata è l’ideale per essere frequentata da giovani che nei fine settimana si sballano con alcol e droghe. Il musicologo Zuin è pronto a mettere la mano sul fuoco riguardo alla lealtà dei due guaritori colombiani che, per ultimi, avrebbero seguito Alex dall’abbazia nel bosco prima di scomparire: “Non sono assassini o criminali ma persone che hanno tutti i requisiti per assistere persone” che possono essere alterate dalle pratiche sciamaniche. Resta poi l’ipotesi che il ragazzo possa essere morto annegato, perché “qualche segno potrebbe emergere dagli esami di laboratorio che devono arrivare”. E i distinguo tra i medici legali alimenta questa strada. Insomma, non è escluso che la morte sia stata accidentale perché le ferite Alex se le sarebbe procurate cadendo nel greto del fiume.


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