Economia

Il viceministro Leo: “La riforma fiscale sarà epocale”

di Cristiana Flaminio -

Il viceministro all'Economia Maurizio Leo, durante la conferenza stampa al termine del Cdm, Palazzo Chigi, Roma 3 luglio 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO


A larghe falcate verso la riforma fiscale che, nelle parole del viceministro al Mef Maurizio Leo, sarà “epocale”. Leo, ospite al Forum in Masseria di Manduria, praticamente a “casa” di Bruno Vespa, ha fatto il punto della situazione su uno dei temi che più interessano gli italiani: le tasse. Leo aveva già fatto il punto della situazione dal punto di vista legislativo nei giorni scorsi: “Per quanto riguarda i decreti della riforma fiscale – ha dichiarato il viceministro – ne abbiamo ulteriori quattro approvati in prima lettura dal governo”. Si tratta di interventi su dogane, tributi indiretti e sull’imposizione indiretta mentre l’ultimo rappresenta “un primo correttivo che riguarda tre comparti il concordato prevenivo biennale la cooperative compliance, e il calendario fiscale”. Per il viceministro: “Con questo penso che avremo il quadro completo di questa materia è chiaro che ulteriori interventi richiederanno delle risorse”.

Il viceministro snocciola date e impegni: “Abbiamo già fatto un primo provvedimento e presentato un decreto correttivo con cui diamo più tempo ai contribuenti per aderire al concordato. Si arriverà al 31 di ottobre e se, come speriamo, ci saranno dei risultati positivi, il nostro obiettivo è di venire incontro al ceto medio abbassando la curva delle aliquote per soggetti che non possiamo definire super-ricchi”, ha affermato Leo. Che ha rintracciato nel ceto medio il target privilegiato della riforma fiscale. Riforma sì, ma non sarà un salvi tutti: “Non è un condono – tuona il viceministro -. Sin dall’inizio l’opposizione ci ha detto ’fate i condoni’, ma in realtà noi abbiamo sempre detto che l’imposta va pagata tutta, la sanzioni le dobbiamo ridurre e poi facciamo pagare a tutti con una dilazione. Cosa che ha portato dei frutti”. E ha spiegato le ragioni alla base della scelta del concordato biennale: “L’idea è di fare in modo di invogliare il contribuente, di far capire che abbiamo cambiato approccio e che se il contribuente si adegua, una nuova prateria si apre e si può avere un dialogo più costruttivo con l’amministrazione. Nel momento in cui non si aderisce, resta ferma la possibilità di fare i controlli e inserire quei contribuenti nelle liste selettive. Resta ferma l’attività di accertamento che però sarà su un numero di soggetti più limitato”.

Ma Maurizio Leo ha fatto il punto della situazione anche su altri aspetti e vicende legate al fisco, alle tasse, che esulano dall’argomento legato alla riforma. In prima battuta, la vexata quaestio che si innesta sul canone Rai. Per il viceministro il taglio del balzello tv non è un tabù: “Sono sempre favorevole alla riduzione delle tasse, trovando le necessarie coperture”. Poi annuncia: “Vi sono diverse opzioni sul tappeto, vediamo come lavorare e poi portiamo a casa il risultato”. Ampio spazio, poi, al tema dei temi ossia al rapporto con l’Unione europea, coi Paesi partner e con la Commissione. A cominciare da uno di quelli di più stringente attualità, ossia l’imposizione dei dazi sulle auto elettriche cinesi. Leo si tiene in una posizione moderata anche perché aprirebbe spazi ad altre tasse che verrebbero applicate ad aziende di Paesi “amici” pronti a infuriarsi se dovesse accadere: “Il tema dei dazi è da attenzionare con molta precisione. La web tax non viene vista molta favorevolmente dagli Usa. Il rischio è che noi facciamo fughe in avanti e il contraltare è l’incremento dei dazi. Dobbiamo muoverci con cautela in un ambito di Unione europea”. E a proposito di Europa, Leo ha deplorato il dumping fiscale ossia la concorrenza interna da parte di Paesi che impongono regimi fiscali a dir poco agevolati a chi investe sui loro territori lasciando agli altri poco meno delle briciole dei grandi affari contemporanei, dal digitale alla farmaceutica: “La concorrenza fiscale sleale tra paesi Ue è deprecabile ma bisogna cambiare le regole del gioco. La sfida della prossima legislatura europea è andare verso una regola che non sia quella dell’unanimità”.

Un ultimo passaggio sul tema dei contributi, con un occhio attento sull’automotive, di recente al centro di un intenso braccio di ferro tra governo e Stellantis: “I contributi sono sempre un tema delicato, portano con sé crediti d’imposta e in molti casi possono generare patologie. Ci sono i cosiddetti contributi buoni come i crediti d’imposta Ricerca e Sviluppo e il 5.0, che devono rimanere, e ci sono quelli non buoni che devono essere tolti di mezzo”.


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