Esteri

Risultati definitivi dalla Francia: nessuno ha la maggioranza. E scatta il veto contro Mélenchon

di Giovanni Vasso -


Il caos all’Assemblea Nazionale: in Francia nessun partito né schieramento ha ottenuto la maggioranza di 289 seggi per governare. Le Monde ha pubblicato i dati definitivi dopo le elezioni di ieri. In testa a tutti c’è il Nouveau Front Populaire di Jean Luc Mélenchon con 182 deputati. Primo, sì. Ma distante di almeno cento parlamentari dalla maggioranza. Subito dopo c’è la coalizione centrista fedele al presidente Emmanuel Macron che ha ottenuto 168 seggi. Terzo il Rassemblement National di Le Pen e Bardella che, dai sogni di gloria di maggioranza assoluta, si ritrova a poter contare sulla terza pattuglia parlamentare: 143 deputati, compresi gli alleati di Eric Ciotti. I repubblicani che non hanno seguito Ciotti nell’avventura lepenista hanno conquistato 45 seggi.

Ora è il tempo degli alambicchi per trovare una maggioranza utile a reggere le sorti politiche di un governo. Mélenchon s’è già proposto, incrociando il niet dei centristi che, di governare con la sinistra radicale, non ne vogliono sentire nemmeno parlare. “Nessuno può affermare di aver vinto queste elezioni  – ha affermato subito dopo la rielezione l’ex ministro dell’Interno Gérald Darmanin – dobbiamo governare a destra, non possiamo avere una coalizione con la France Insoumise e il Fronte popolare”. Dopo quello alla destra di Le pen, il secondo veto colpisce la sinistra radicale. Gli fa eco Stephane Sejourné, ministro degli Esteri uscente, secondo cui “è evidente che Mélenchon non può governare la Francia”. Per Sejourné: “Rennaissance sarà intransigente nella difesa dei principi repubblicani, in particolare del laicismo, e nella lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, oltre a perseguire con determinazione l’integrazione europea e mantenere il sostegno all’Ucraina di fronte alla Russia”.

Insomma, la Francia senza maggioranza si avvia a vivere una stagione di furiose contrapposizioni. Tra le soluzioni possibili c’è quella del governo tecnico. Un inedito per la Quinta Repubblica. Ma a cui bisognerà trovare, appunto, una maggioranza parlamentare. Una vera e propria missione impossibile. Almeno ora.


Torna alle notizie in home