Cronaca

“Alex Marangon è stato ucciso”, lo dice il Procuratore. Ma i dubbi rimangono

di Ivano Tolettini -


La tragica fine di Alex Marangon è un giallo in piena regola. Gli inquirenti adesso ritengono che si tratti di una morte violenta. Le ferite al capo e al costato, ha spiegato il Procuratore capo di Treviso, Marco Martani, parlando con i cronisti, difficilmente sono compatibili con una caduta accidentale nel Piave, per questo il fascicolo è iscritto a carico di ignoti per omicidio volontario aggravato. La svolta è stata impressa dall’esame autoptico del patologo Alberto Furlanetto, le cui risultanze fanno propendere gli inquirenti per l’ipotesi dolosa.

Ma è uno scenario compatibile con quello che accadeva nell’abbazia sconsacrata di Santa Bona, a Vidor nel Trevigiano, dove il 25enne barman veneziano di Marcon ha vissuto gli ultimi istanti della sua vita? Il ritrovamento del cadavere è avvenuto una settimana fa nel fiume dopo che da sabato notte non si avevano più notizie del ragazzo “fuggito” al culmine di una serata psichedelica in cui alla musica si mischiavano la medicina (alternativa?) e un presunto rito sciamanico consumato a base di decotto di ayahuasca che può provocare allucinazioni in base alle dosi assunte. La salma di Alex è stata recuperata dopo quasi quarantotto ore con la testa fracassata, ma senza acqua nei polmoni com’è emerso dall’autopsia. La morte è stata dolosa come affermano gli inquirenti o c’è spazio anche per ritenerla accidentale? Siamo sicuri che l’esame autoptico è granitico? È da escludere che il povero ragazzo possa essersi fracassato la testa in seguito alla caduta autonoma in acqua?

Se fosse stato un omicidio per quale motivo qualcuno avrebbe voluto uccidere il mite Alex? Se è doveroso che lo Stato (la Procura della Repubblica) dia una risposta indiziaria ai genitori e alla collettività che si interrogano su quello che è successo, in tempi abbastanza celeri, compatibilmente con la complessità degli accertamenti medici, tossicologici e tecnici richiesti, è altrettanto doveroso che il dubbio sia coltivato per evitare che una lettura unidirezionale provochi danni a persone estranee. Inizialmente si era scritto che Alex sarebbe morto annegato, ma l’autopsia avrebbe escluso (condizionale d’obbligo fino al depositoi degli atti) la presenza di acqua nel ragazzo, che quando è finito nel Piave era esanime. Ma perché era stato colpito da qualcuno o perché si era fracassato la testa contro una roccia prima di finire nel fiume? Il Procuratore Martani seppur con cautela privilegia la pista della morte dolosa. L’ipotesi di reato coltivata fino a venerdì della “morte come conseguenza di un altro delitto”, ovvero sia il consumo di gruppo di sostanze allucinogene, lascia spazio all’omicidio volontario.

Dunque, per stare dietro all’ipotesi c’è un assassino e un movente. Per ora sconosciuti. Infatti non ci sarebbero indagati. Gli organizzatori Andrea Giorgi Zuin e Tatiana Marchetto dell’evento “Musica e Medicina” nell’abbazia sconsacrata di Santa Bona di proprietà di Giulio Da Sacco, sono assistiti dall’avvocato Cesare Dal Maso di Vicenza, il quale non rilascia dichiarazioni. “Lo svolgimento della serata per noi è chiaro – spiega una fonte a lui vicina – non c’è alcun retroscena violento che coinvolge i presenti. Le testimonianze sono univoche. Valuteremo l’evolversi del caso”. Già, la ventina di persone che da venerdì sera ha partecipato all’incontro alternativo a pagamento in cui riflessioni psicologiche e culturali si intrecciavano con la musica suonata con la chitarra da Giorgi Zuin – che è diplomato al conservatorio ed è laureato in musicologia -, riferisce che a un certo punto della notte tra sabato e domenica Alex Marangon in preda all’agitazione si è allontanato velocemente dall’abbazia.

Una sorta di “fuga” di cui nessuno ha saputo più nulla fino a lunedì pomeriggio quando il corpo del ragazzo è stato ripescato dai vigili del fuoco a qualche chilometro di distanza su un isoletta del Piave. Le cose sono andate davvero così? Da considerare che c’è un terrapieno alto una decina di metri che separa il terreno circostante l’abbazia dal greto del Piave. Cadendo accidentalmente la vittima avrebbe potuto provocarsi le ferite riscontrate dal medico legale? È impossibile che Alex Marangon da solo possa essere caduto in acqua. I genitori del ragazzo si sono affidati all’avvocato Stefano Tigani che ai cronisti afferma: “Se le lesioni sono la causa della morte, e deve stabilirlo l’autopsia, l’ipotesi omicidio è credibile. Bisogna trovare l’assassino. Chi sa parli”. Ma chi poteva volere la morte di Alex e perché? Domande cui dovranno rispondere le indagini. Per ora il mistero è fitto.


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