Attualità

Tra Sicilia e Argentina, le due Palermo di Jorge Luis Borges

di Redazione -


di ANTONINO MARFIA – Quella di Jorge Luis Borges è na storia che lega due Palermo, il quartiere di Buenos Aires e la città siciliana, entrambi luoghi di contrasti e meraviglie per Jorge Luis Borges.
Jorge Luis Borges poeta, scrittore e saggista, nato il 24 agosto 1899, ha saputo trasformare la sua Palermo in un labirinto di parole, dove realtà e fantasia si intrecciano in maniera inestricabile. È Palermo, tra i tanti quartieri che compongono la metropoli argentina, a rivendicare un posto speciale nel cuore di Borges e nei suoi scritti. Ma il legame di Borges con Palermo non si limita solo a Buenos Aires: un ponte immaginario lo collega anche alla Palermo siciliana, tessendo un filo che unisce due città così lontane; eppure, così vicine nella loro essenza.
Borges visse a Buenos Aires per gran parte della sua vita e la città si riflette nelle sue opere come uno specchio dai mille riflessi. Nei suoi racconti, la città emerge non solo come sfondo, ma come protagonista silenziosa e misteriosa. Le strade di Buenos Aires, i suoi vicoli, le sue biblioteche e i suoi caffè diventano scenari di avventure intellettuali e metafisiche. Palermo, uno dei quartieri più emblematici, rappresenta per Borges un luogo di memoria e di ispirazione continua, luogo in cui le case antiche e i parchi ombrosi si trasformano in luoghi dove il tempo sembra sospeso, perfetti per ambientare le sue narrazioni surreali e intrise di filosofia.
Nel quartiere di Palermo, Borges trascorse gli anni della sua infanzia e giovinezza, un periodo che influenzò profondamente il suo immaginario letterario. In questo angolo di Buenos Aires, il giovane Borges scoprì il piacere della lettura e della scrittura, alimentato dalle storie che ascoltava dai membri della sua famiglia e dalle esperienze quotidiane vissute per le strade del quartiere.
Palermo diventa così una sorta di microcosmo dove convivono il vecchio e il nuovo, il reale e l’immaginario, un luogo che incarna perfettamente l’idea di Borges del labirinto, simbolo ricorrente nella sua produzione letteraria.
Visitare Palermo in Italia significava per lui un ritorno alle origini, una riscoperta delle radici storiche e culturali che avevano influenzato il quartiere di Buenos Aires dove era cresciuto.
Nel 1984 Borges compì un viaggio in Sicilia, per ricevere un premio e compiere un viaggio in un luogo per lui così ricco di memorie letterarie e di echi spirituali, un’esperienza che lasciò un segno profondo nella sua mente e nelle sue opere. Borges rimase affascinato dalla ricchezza storica e architettonica della città siciliana, dalle sue strade antiche e dai suoi monumenti che sembravano racchiudere secoli di storia.
In un’epoca in cui il pregiudizio sembra essere la regola e il preconcetto uno status portando l’opinione pubblica ad associare Palermo e tutta la Sicilia a fenomeni di criminalità e di mafiosità, creando artatamente luoghi comuni, convinzioni ideologiche, Borges ha scelto di celebrare la cultura, l’arte e la bellezza di questa nostra terra. La sua visione della Sicilia è lontana dai cliché e dagli stereotipi negativi: per lui, Palermo è un luogo di meraviglie, un crocevia di civiltà che racchiude un patrimonio inestimabile di storia e cultura.
Durante il suo soggiorno, Borges visitò il Palazzo dei Normanni, la Cattedrale di Palermo e il Teatro Massimo, immergendosi completamente nella storia e nella cultura locale. Ogni angolo della città sembrava raccontare una storia, ogni pietra sembrava portare con sé un frammento di un passato glorioso.
Il richiamo etimologico e simbolico con la Palermo siciliana è forte. Borges, grande conoscitore delle lingue e delle culture, sapeva bene che il nome del quartiere argentino derivava proprio dalla città italiana, fondata dai Fenici e nota per la sua storia millenaria. Questo legame nominale diventa un ponte immaginario che unisce due mondi, due culture, arricchendo ulteriormente il valore simbolico e letterario del nome Palermo nelle sue opere. In un certo senso, Borges vedeva nella Palermo siciliana un riflesso antico e mitico del quartiere della sua infanzia, creando un dialogo tra passato e presente, tra il vecchio continente e il nuovo mondo.
A Palermo, nel capoluogo siciliano, durante il glorioso riconoscimento ideato nel 1984 da Jorge Luis Borges, “La Rosa d’Oro”, Maria Kodama Borges moglie Jorge ha ricevuto dal sindaco la cittadinanza onoraria di Palermo per avere custodito con profondo affetto, il ricordo del viaggio a Palermo con Jorge Luis Borges del 1984, riportando le emozioni vissute da quest’ultimo, interpretandolo quale viaggio iniziatico alla scoperta di una città da cui si originava il nome del suo barrio natale.
In conclusione, il legame tra Buenos Aires e Palermo, incarnato e sublimato dalla penna di Jorge Luis Borges, rappresenta un esempio perfetto di come la letteratura possa trasformare luoghi reali in spazi immaginari, dove ogni angolo nasconde un segreto e ogni strada conduce a un’avventura. Borges ha reso Palermo immortale, regalandole una dimensione universale che trascende il tempo e lo spazio, e invitando tutti noi a esplorare i labirinti della sua straordinaria immaginazione. Come lui stesso scrive nel racconto La biblioteca di Babele: “La mia casa è un vasto labirinto, e io stesso, d’altronde, sono una traccia del labirinto che costruisco.”


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