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Santa Rosalia, l’omaggio di New York: il festino diventa internazionale

di Redazione -


L’IDENTITA’ ITALIANA NEL MONDO: SANTA ROSALIA, IL FESTINO A NEW YORK – di AMEDEO SERIO

La Santuzza Patrona di Palermo protagonista nella Grande Mela. “Puntiamo a ricreare una nuova alleanza tra persone che condividono la stessa storia e la stessa identità, speriamo che il 15 luglio in tanti vengano a Palermo dagli Usa”, ha dichiarato il Sindaco Lagalla. Mentre il console generale d’Italia Fabrizio Di Michele ha ribadito: “Il potenziale di crescita turistica è enorme”.
Nel 400esimo anniversario del ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia New York ha reso omaggio alla Santuzza con due giorni di celebrazioni, la prima organizzata dall’Associazione Culturale Italiana di New York, dalla Società Santa Rosalia, dalla Federazione Siciliana del New Jersey e dalla Federazione Italo-Americana di Brooklyn e Queen;
Dall’altra parte dell’atlantico, l’Arcidiocesi di Palermo celebra il Giubileo Rosaliano Per commemorare questo significativo evento, il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) ha deciso di rendere omaggio alla “Santuzza” donando un’opera in ceramica rappresentante la Santa, del Maestro Nino Parrucca. Fulcro dell’evento la Chiesa di Sant’Antonio Abate, situata nel centro di Palermo in via Roma, che è stata per secoli la sede del Senato palermitano e rappresenta uno degli edifici storici più importanti della città.
La cerimonia di consegna si terrà oggi l’8 luglio alle ore 10:00, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose.
Il “Festino” di Santa Rosalia, patrona di Palermo, si annovera tra le più antiche e affascinanti feste popolari del Mediterraneo. Raccoglie ogni anno, il 14 luglio, centinaia di migliaia di spettatori nell’immenso palcoscenico dell’intero centro storico, dove l’anno scorso furono preenti circa 500 mila cittadini e turisti. Qui devozione e spettacolo, mistero sacro e sontuosità barocca si sposano in una lunga notte dal sapore magico, che incanta viaggiatori di tutto il mondo.
La leggenda racconta della terribile epidemia di peste che colpì Palermo nel 1624, facendo circa 30 mila morti, e della sua liberazione grazie al ”miracolo” operato da Rosalia, nobile fanciulla normanna eremita vissuta cinque secoli prima, le cui ossa vennero rinvenute sul monte che sovrasta la città.
Rosalia, figlia del duca Sinibaldo di Quisquina e delle Rose, alla morte di Ruggero II, chiese e ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul Monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. Successivamente si trasferii in una grotta sul monte Pellegrino, a Palermo, dove visse fino alla morte avvenuta, secondo la tradizione, il 4 settembre del 1160.
Le sue reliquie furono ritrovate il 15 luglio del 1624 e portate in processione per sconfiggere la pestilenza.
Narra il Pitrè: “Al loro passaggio il male si alleggeriva, diventava meno intenso, perdeva la sua gravità. Palermo in breve fu libera, ed in attestato di riconoscenza a tanto beneficio si votò a Lei e prese a celebrare in suo onore feste annuali che ricordassero i giorni della liberazione e fossero come il trionfo della Santa protettrice.
La grotta del Pellegrino divenne santuario, ove la pietà d’ogni buon devoto si ridusse a venerare la squisita immagine della Patrona”.
Dal 1624 ad oggi, dal 9 al 15 luglio Palermo festeggia la patrona, la santuzza, cosi chiamata affettuosamente dai devoti, con un festino che dura sette giorni, mentre il 4 settembre, giorno di nascita della santa, ha luogo l’”acchianata”, ossia il pellegrinaggio alla grotta del monte Pellegrino, dove è stato edificato il santuario, nonché la visita alla cappella della cattedrale di Palermo, in cui è custodita la statua della santa. La scultura in marmo, realizzata nel 1625 dallo scultore Gregorio Tedeschi, è ricoperta di monili d’oro e pietre preziose, offerte dai fedeli durante il corso dei secoli. Le reliquie sono custodite dentro un’urna d’argento, eseguita nel 1631 dagli argentieri Francesco Ruvolo, Gian Nicola Viviano e Matteo Lo Castro.
Queste brevi note forniscono il quadro sintetico di una tradizione secolare, mai interrotta e sempre rinnovata, che unisce i palermitani di tutto il mondo e nell’anno in corso (400° anniversario del miracolo) acquista una rilevanza particolare. Senza esagerazione e retorica, si può dire che nella giornata di oggi Palermo è una città senza confini, proiettata in tutti i mari del mondo.


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