Attualità

Scetticismo democratico, per il Papa è un morbo pericoloso

di Redazione -


Papa Francesco interviene contro quello che definisce ‘scetticismo democratico’. Lo fa nell’introduzione, anticipata oggi, del libro ‘Al cuore della democrazia’. Scrive il Santo padre: “Democrazia, lo sappiamo bene, è un termine nato nell’antica Grecia per indicare il potere esercitato dal popolo attraverso i suoi rappresentanti. Una forma di governo che, se da un lato si è diffusa in modo globale negli ultimi decenni, dall’altro pare soffrire le conseguenze di un morbo pericoloso, quello dello ‘scetticismo democratico’. La difficoltà delle democrazie nel farsi carico della complessità del tempo presente – pensiamo alle problematiche legate alla mancanza di lavoro o allo strapotere del paradigma tecnocratico – sembra talvolta cedere il passo al fascino del populismo”. Papa Francesco che domani mattina sarà a Trieste per concludere la settimana sociale dei cattolici in Italia, inaugurata il 3 luglio del presidente Mattarella, nell’introduzione del volume aggiunge ancora che “la democrazia ha insito un valore grande e indubitabile: quello dell’essere ‘insieme’, del fatto che l’esercizio del governo avviene nell’ambito di una comunità che si confronta, liberamente e laicamente, nell’arte del bene comune, che non è altro che un diverso nome di ciò che chiamiamo politica”. “Insieme”, scrive ancora Bergoglio, è sinonimo di “partecipazione”. Un riferimento a don Lorenzo Milani e i suoi ragazzi che lo sottolineavano nella “magistrale” Lettera a una professoressa: ‘Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia’. “Sì, i problemi che abbiamo davanti – prosegue ancora il Papa – sono di tutti e riguardano tutti. La via democratica è quella di discuterne insieme e sapere che solo insieme tali problemi possono trovare una soluzione. Perché in una comunità come quella umana non ci si salva da soli. E nemmeno vale l’assioma del mors tua vita mea. Anzi. Perfino la microbiologia ci suggerisce che l’umano è strutturalmente aperto alla dimensione dell’alterità e dell’incontro con un ‘tu’ che ci sta davanti”.


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