Esteri

Finanziatori in fuga se Biden non si ritira

di Giuseppe Ariola -


Come era diventato chiaro potrebbero essere i finanziatori a decidere le sorti di Biden. Alla strenua resistenza del presidente alla Casa Bianca e all’impuntatura di non voler fare a nessun costo un passo indietro nonostante le difficoltà di salute legate probabilmente sull’età, adesso a fare breccia nei democratici è l’emorragia degli sponsor. Se Joe Biden nel corso di un’intervista a Abc News è sembrato non preoccuparsi dei timori sempre maggiori sulla sua ricandidatura sostenendo che “nessuno è più qualificato di me per la presidenza e per vincere la corsa” alla Casa Bianca, le sue parole difficilmente potranno tranquillizzare partito, elettori e soprattutto finanziatori. Sul fronte politico si allunga la lista degli esponenti del partito che sono a dir poco scettici nel sostenere la ricandidatura di Biden con vari deputati che stanno provando, con la delicatezza e la prudenza che il caso impongono, a organizzare delle fronde per poi chiedere il passo indietro. Per quanto riguarda invece le donazioni, sulla testa dello staff del presidente si è abbattuta una vera e propria tegola. Dopo le singole defezioni registrate negli ultimi giorni, alla Casa Bianca è giunta una lettera firmata da 168 finanziatori che hanno esplicitamente chiesto “il ritiro della candidatura per il bene della nostra democrazia e del nostro Paese”. Nonostante l’ostentata sicurezza manifestata del presidente, le quotazioni dell’attuale vice Kamala Harris sono in fortissimo aumento, anche perché ormai l’intero dibattito politico è incentrato esclusivamente sulle condizioni di salute di Biden e questo certo non aiuta la campagna elettorale.


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