Cultura & Spettacolo

IN LIBRERIA – “Ho incontrato Rosario Livatino”

di Eleonora Ciaffoloni -


Il libro Ho incontrato Rosario Livatino – Il mio viaggio cercando il giudice ragazzino di Angelo Maria Sferrazza (Amazon Publishing, 2024) e a cura di Simona Schembri e Daniele Marasco, è un omaggio profondo al magistrato divenuto beato. Un percorso nella storia e nella memoria del giudice Rosario Livatino, che fu ucciso il 21 settembre 1990 dalla Stidda, un’organizzazione mafiosa siciliana, a causa del suo impegno indefesso nella lotta contro la criminalità organizzata. Ed è anche la storia di un martirio, riconosciuto dalla Chiesa, con la beatificazione del 9 maggio 2021.

Un racconto che si interseca con quello autobiografico dell’autore, Angelo Maria Sferrazza, che dopo tanti anni di ricerche, letture e aneddoti, ha deciso di mettere insieme la sua esperienza con una vera e propria esplorazione nella figura di Livatino. Un suo modo di raccontare che già avevamo visto nel su cortometraggio “Il giovane giudice” (2019), ma che parte da più lontano, da quando l’autore sentì parlare per la prima volta del giovane magistrato, fino, appunto, alla realizzazione del corto. Una storia che lo ha colpito nel profondo e da cui è nato un vero e proprio bisogno di esternare idee ed emozioni di quella che gli sembrava essere diventata una ossessione. Il libro è strutturato in modo semplice ma straordinariamente efficace e offre al lettore una narrazione che mescola sapientemente riflessioni personali e racconti di esperienze dirette.

Questa combinazione crea un ritmo coinvolgente che permette di entrare nel cuore della storia e di comprendere profondamente il legame tra l’autore e il giovane Livatino. La scelta di rappresentare il magistrato martire attraverso vari media – con il cortometraggio e il prossimo spettacolo teatrale – dimostra la notevole versatilità e la passione inarrestabile di Sferrazza nel rendere omaggio a questo eroe della giustizia. Il protagonista di questo racconto viene descritto in maniera vivida, con una forte esaltazione delle testimonianze di chi l’ha vissuto: dal signor Terrana (amico intimo del padre del giudice) alla signora Giuseppina (la proprietaria della casa di Livatino). Dettagli intimi, aneddoti curiosi e significativi che contribuiscono alla ricostruzione dei ricordi dolci e affettuosi e di un ritratto della figura umana del giudice che per l’autore diventa quasi familiare. Un tributo autentico e un modo per tenere viva la memoria di un piccolo ma grande eroe che rappresenta una figura di esempio per le generazioni future.


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