Il camaleo-Conte passa a The Left
Siamo convinti anche noi che non sarà Beppe Grillo o qualche fronda interna a scollare Giuseppe Conte dalla poltrona di leader del Movimento 5 Stelle. Sarà lui stesso, ben presto, a rendersi talmente impresentabile da dover abdicare. A meno che gli elettori di riferimento di ciò che resta del M5S non siano talmente confusi e di bocca buonissima, da non cogliere il dato politico che contraddistingue Giuseppi: la nonchalance con cui cambia bandiera. Perché va bene che è la politica, ma così è davvero troppo. Dopo la data zero del tour dell’accozzaglia in salsa macroniana (sembra il tutti contro la Le Pen in Francia, in effetti) di M5S, Pd e compagni vari vista a Bologna sul palco dell’Anpi, ora è la volta del voltagabbana al Parlamento Ue. I 5 Stelle hanno chiesto ed ottenuto – pare grazie alla gentile intercessione di Fratoianni di Avs – di essere accolti nel gruppo The Left. Il più estremo tra i gruppi di sinistra dell’Europarlamento. Così si completa e si conclama a livello Ue la conversione del Movimento grillino “né di destra né di sinistra” in partito di sinistra (a sinistra del Pd). The Left nella fattispecie è il gruppo degli antifa e degli immigrazionisti. Ma per Conte è meglio che rimanere nell’anonimo, invisibile gruppo dei Non Iscritti. Gli otto grillini siederanno accanto ai due di Avs Ilaria Salis e Mimmo Lucano, ma anche accanto a Carola Rackete, l’ex capitana della Sea Watch 3, eletta con Die Linke, alla quale nel giugno 2019 fu negato di far sbarcare in Italia 53 migranti in applicazione del decreto Sicurezza e Immigrazione del premier Conte e del ministro degli Interni Salvini. Quella stessa sciamannata che arrivò a speronare una motovedetta della Guardia di Finanza. Dopo aver esordito a Strasburgo al fianco degli euroscettici di Ukip di Farage, nel lontanissimo 2014, oggi i grillini, con la loro tipica faccia da Conte, si siedono con la sinistra radicale. Cosa non si fa per restare a galla, Giuseppi.
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