Attualità

Italia fuori dagli Europei: “Siamo chi siamo, il “peggio” arriverà”

di Angelo Vitale -


Italia fuori dagli Europei: i giornali scrivono che gli azzurri si sentono quasi sollevati, dopo il tracollo. “Siamo chi siamo”, cantava ieri pomeriggio Ligabue in uno spot prima della partita con la Svizzera: non proprio delle “cime” gli elvetici – ha sottolineato Beppe Bergomi – che però ci hanno propinato due “pappine”. I commentatori Rai, e tutto l’apparato dell’azienda di Stato che tanto ha programmato per questo campionato, credevano che si ripetesse l’abituale copione di un girone “loffio” che apriva alla strada di un cammino più glorioso: la clip del pre-partita entusiasmava sulle note di “Il meglio arriverà” di Finley. Poi si sono scatenati, ammettendo che la Nazionale non ha mai giocato bene.

Ora, tutti si interrogano sul “peggio che arriverà”, dopo aver visto una Nazionale come dopata, che camminava sul campo senza nessuna sgroppata degna di nota. Sul banco degli accusati Luciano Spalletti, oltre a un bersaglio facile: in Italia troppi calciatori stranieri, ecco il perché dei pochi talenti disponibili. Fabio Capello glielo dice chiaro e tondo: “I voli pindarici” non servono.

Mentre Gigio Donnarumma chiedeva scusa agli italiani – rara dote, nel mondo del calcio, specie per un 25enne – il ct cominciava le sue involuzioni, favorito dall’accomodante ambiente giornalistico di Casa Azzurri: ha contribuito il caldo, parlerà con Gravina, la responsabilità è sua però non si dimetterà, si sente tranquillissimo di giocarsela anche in vista dei Mondiali. E così restano in pochi a chiedere espressamente le dimissioni sue e di Gabriele Gravina, presidente della Figc. Il contadino di Certaldo rimarrà al suo posto, Gravina pure.

Mentre monta – anche questa abituale, in un Paese facile alla subitanea smemoratezza e al facile innamoramento – l’onda moralista. Dopo la debacle agli Europei gli azzurri prossimi ad arrivare sulle spiagge delle Maldive – avverte Aldo Cazzullo sul Corsera – provino almeno un po’ di vergogna. Difficile che accada, in questo Sistema Calcio da anni dominato da dinamiche tutte finanziarie ed economiche e da robusti assi tra club sul filo delle plusvalenze, piuttosto che dalla ricerca del bel gioco: ieri le cronache raccontavano di una Fiorentina che ha speso 18 milioni di euro per comprare dalla Juventus Moise Kean per 18 milioni di euro: 654 minuti nelle gambe e zero gol nell’ultima stagione.


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