Il giallo del corriere di Gucci assassinato e trovato nel pozzo
Sono ancora tante le circostanze non svelate del mistero che avvolge il delitto del corriere toscano che trasportava un carico di 400 borsette e accessori di Gucci, del valore di mezzo milione di euro, che sparisce il 22 maggio sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto. Un giallo che dura 35 giorni, e di cui si occupa anche la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?”, fino a quando il cadavere di Nicolas del Rio, 40 enne (nella foto), sposato ad Abbadia San Salvatore nel Senese e padre di un bambino di 8 anni, oltre che papà di altre due figlie più grandi avute dalla prima moglie in Argentina, dove tuttora vivono, viene ritrovato senza vita martedì scorso nel pozzo di una villetta in località Case Sallustri, nel Comune di Arcidosso. Nella stessa zona nelle scorse settimane erano stati rinvenuti gli accessori per pelletteria che la stessa casa di moda Gucci ha poi confermato essere parte del carico rapinato e di cui finora si è persa traccia. Case Sallustri è una località montana di villeggiatura. Il corpo del 40enne era legato mani e piedi e con in testa un sacchetto, con addosso i vestiti con i quali era uscito di casa il 22 maggio quand’era sparito. Nel frattempo, lunedì 17 giugno, i carabinieri su ordine del tribunale avevano arrestato l’albanese Gjoni Klodian, 33enne residente a Castel del Piano, e il turco Bozkurm Ozgur, 41enne di Arcidosso, ritenuti avere avuto un ruolo nell’assassinio del corriere. Quattro giorni dopo ad essere arrestato è il turno di un altro turco, Kaia Emre, 28 anni, componente della banda specializzata nei furti di marchi di lusso, che il 22 maggio era entrata in azione con un sotterfugio, carpendo la fiducia di Del Rio prima di ucciderlo per impossessarsi del bottino di cui finora non c’è traccia. Una banda che sapeva molte cose del tragitto compiuto dal corriere e che, secondo gli investigatori, sarebbe composta da una decina di persone. La gang finora ha beneficiato dell’omertà del terzetto che davanti al gip, che ha convalidato il loro arresto, non ha proferito parola. Ma non è escluso che nel prosieguo delle indagini decidano vuotare il sacco con i magistrati inquirenti, Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini .
Nella ricostruzione degli investigatori, l’albanese Klodjan Gjoni sarebbe salito a bordo del furgone il giorno in cui Del Rio, che era al primo viaggio di lavoro in autonomia dopo essere stato affiancato per qualche settimana, era scomparso. Per i carabinieri il 33enne Gjoni una volta salito sul furgone avrebbe telefonato al datore di lavoro di Del Rio, fecendosi passare per “Gjoni” e chiedendo la cortesia di poter far trasportare alcuni propri colli per conto di una ditta che in realtà era chiusa da tempo. La telefonata, dunque, era stata la prima traccia da cui i carabinieri erano partiti per ricostruire la scomparsa del corriere. Evidentemente gli assassini avevano ricevuto informazioni di prima mano sugli spostamenti della vittima. I carabinieri lo avevano arrestato dopo un mese dalla sparizione di Del Rio mentre stava per imbarcarsi su un volo per Tirana all’aeroporto di Ciampino. Sempre i militari avevano scoperto che in una delle villette di Case Sallustri faceva da casiere, manutentore e giardiniere il padre di uno dei tre arrestati con le accuse di omicidio volontario e sequestro di persona, oltre a quelle di rapina e danneggiamento. Klodian Gjoni, come detto, aveva agganciato Del Rio col pretesto di un guasto al furgone e lo aveva attirato in una zona appartata per risolvere il presunto problema meccanico. Nel frattempo, Gjoni aveva anche ottenuto il benestare dell’ignaro Sergio Pascual De Cico, titolare della ditta di Del Rio, la New Futura. In realtà, nel punto in cui si era poi fermato il furgone c’erano i complici di Gjoni che avevano soppresso il povero corriere di Gucci. Dopo avere rapinato il carico avevano dato fuoco al furgone per cancellare le tracce. Gli arrestati, come hanno rilevato le telecamere di sorveglianza visionate dai carabinieri, erano a bordo della Fiat Panda gialla che seguiva il furgone di Del Rio il giorno della scomparsa. Si è anche appreso che nel frattempo altri due nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sono i familiari di due degli arrestati, ma nei loro confronti per il momento non sono stati presi provvedimenti cautelari. Resta ancora da capire chi ha fornito alla banda le informazioni per compiere il colpo trasformatosi in tragedia.
Torna alle notizie in home