Vade retro Mes, Giorgetti: “Sale su nostre ferite”
Vade retro, Mes: Giorgetti allontana la ratifica del Meccanismo di salvaguardia e lancia una stilettata a Bruxelles: “Chiederlo adesso è come spargere sale su una ferita”. Il ministro all’Economia ha incontrato la stampa in Lussemburgo, dove è volato per prendere parte alla riunione del consiglio Ecofin. Le pressioni sull’Italia, a proposito del Mes, si fanno sempre più incalzanti ma Giorgetti non ha la minima intenzione di cedere. Specialmente ora che è appena piovuta su Roma l’attesa mannaia della procedura di infrazione per deficit eccessivo che rischia di paralizzare la capacità di spesa per lo Stato nei prossimi sette anni. “Innanzitutto – ha dichiarato Giorgetti – quello che ho detto ieri è che il Parlamento italiano non è in condizioni di approvare, e non approva la ratifica. Poi, quello che c’è di nuovo è che ieri, per la prima volta, Pierre Gramegna (il direttore esecutivo del Mes, ndr) ha fatto delle riflessioni, recependo evidentemente anche delle critiche che abbiamo sempre fatto noi, per cercare di cambiare e portarlo verso un altro tipo, come un fondo sovrano europeo. Ad esempio in tema di difesa, evitando che i singoli Stati nazionali debbano indebitarsi spendendo a livello nazionale; ma su questo ci sono state molte resistenze e soprattutto dai paesi nordici”. Sempre la solita musica, in fondo. Un’Europa divisa, litigiosa e pronta più a chiedere che a dare. Specialmente agli Stati del Sud. Ma il ministro, come il governo Meloni, sull’argomento è fermo: “È evidente che se chiedono prima la ratifica, questo diventa impraticabile. È una discussione su cui siamo fermi ormai da qualche tempo. Onestamente, dalla discussione di ieri mi sembra che siamo molto lontani anche dalla fase dell’impegno; nel senso che c’è un fronte molto consistente, il solito fronte che già abbiamo conosciuto nel negoziato sulle regole europee, che è assolutamente contrario a cambiarne la natura; quindi la situazione è destinata nel breve termine a non cambiare sicuramente”. Germania e sedicenti Paesi frugali se ne facciano una ragione.
Giorgetti ha risposto infine a una domanda sulle affermazioni di ieri di Gramegna, che aveva negato di aver udito le vibranti proteste del ministro, riferite alla stampa dal Mef per come è stata trattata l’Italia nell’ambito dei negoziati sulle nomine per le massime cariche Ue: “Io – ha spiegato il ministro – ho detto semplicemente che introdurre il tema della ratifica del Mes in questo momento mi sembrava un po’, diciamo così, vagamente, come buttare del sale sulla ferita, quindi improprio”.
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