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Morto il bracciante di Latina: nel Lazio lavoro irregolare al 64,5%

di Angelo Vitale -


E’ morto il bracciante agricolo indiano Satnam Singh, il 31enne rimasto gravemente ferito nei campi due giorni fa e abbandonato in strada nei pressi della propria abitazione senza che gli fossero prestati soccorsi a Cisterna di Latina. L’uomo era ricoverato al San Camillo di Roma, dove era stato trasportato d’urgenza in eliambulanza.

A quanto ricostruito dai Carabinieri del Radiomobile e della Stazione di Borgo Podgora, intervenuti sul posto, l’uomo, mentre stava lavorando in un’azienda agricola del posto, per cause in corso di accertamento, era stato agganciato dal macchinario avvolgi plastica a rullo, trainato da un trattore, che gli aveva tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori.

Il 31enne successivamente era stato accompagnato a casa mentre l’arto tranciato era stato poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Dopo aver chiamato i soccorsi, il lavoratore indiano era stato trasportato in ospedale.

Dopo la sua morte, i pm di Latina indagano, oltre che per omissione di soccorso, anche per omicidio colposo. Il titolare dell’azienda agricola per la quale lavorava la vittima è stato formalmente indagato.

Ormai di rito, il lutto e lo sgomento “del giorno dopo”, da parte di istituzioni e parti politiche: oggi, nel Lazio, un secondo infortunio mortale sul lavoro, per un operaio a Ceprano colpito in testa da una trave di ferro. “Provo sgomento per la morte del bracciante – afferma il sindaco di Latina, Matilde Celentano-. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall’intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo”. ”L’episodio avvenuto nella nostra città – prosegue – costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Sarà mio impegno affinché il Comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga”.

Chiede “verità e giustizia” per il bracciante morto Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria del Partito democratico: “La sua morte sarà per noi un ulteriore sprone, non solo a combattere con determinazione il cancro del caporalato, ma anche a pretendere un impegno collettivo senza tregua per contrastare l’agromafia della provincia di Latina”.

Sostanzialmente inevasa per l’assenza di ampi ed efficaci controlli, anche se considerata forte di un robusto impianto normativo, la più recente legge per contrastare il caporalato approvata 5 anni fa. Solo nel 2023 e sulla scorta di poche centinaia di accertamenti (222), le aziende agricole del Lazio hanno fatto registrare un tasso di irregolarità del 64,5%.



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