Siccità al Sud, a rischio le produzioni Made in Italy: agrumi, olio, grano duro
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Sempre più incerto e a rischio, per le condizioni climatiche e la siccità che cresce, il Made in Italy in agricoltura: per la prossima stagione – avverte Greenpeace -, le regioni meridionali sono quelle caratterizzate da incessante allerta. Nel Mezzogiorno si concentra la produzione di agrumi (99% delle superfici coltivate), olio d’oliva (81%) e grano duro (73%) per pasta e pane “made in Italy”. L’aumento delle temperature e la scarsità d’acqua mettono a repentaglio la produttività di queste coltureù, su terreni che spesso sono già impoveriti da anni di agricoltura intensiva.
Rispetto a un Nord colpito da precipitazioni intense che – spiegano i ricercatori dell’Istat Stefano Tersigni e Alessandro Cimbelli – “il terreno fatica ad assorbire perché sono sempre più intense e concentrate, spesso connesse a eventi meteorologici estremi”, al Sud gli inverni 2021-2024 hanno visto una generale riduzione delle precipitazioni rispetto alla media del trentennio 1981-2010, con un calo più marcato al Sud (-2,3%) e nelle Isole (-5,7%). Il 2022 è stato l’anno più siccitoso in tutta la penisola, con il Nord-ovest che ha visto le piogge ridursi del 64%.
Ne consegue che i suoli di tutte le regioni italiane (tranne la Valle d’Aosta) sono più poveri d’acqua rispetto alla media degli ultimi 30 anni. In particolare, Sicilia (-2%), Puglia (-1,2%) e Calabria (-1,1%) registrano i cali più significativi.
Percentuali che, secondo gli esperti rappresentano un campanello d’allarme, “dato che solo una parte dell’acqua trattenuta al suolo è disponibile per le piante, e la perdita di un solo punto percentuale equivale a una riduzione significativa che deve essere compensata con l’irrigazione” come spiega Tommaso Gaifami dell’Associazione Italiana di Agroecologia (AIDA).
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