Politica

PRIMA PAGINA- I leader Ue a Cena e per menu le nomine

di Giuseppe Ariola -

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Consiglio d'Europa


Chiusa la sessione del G7 a Borgo Egnazia, che ha segnato un successo per la presidenza italiana del vertice, nonostante alcune strumentali polemiche sull’aborto volutamente innescate da un Emmanuel Macron in campagna elettorale, l’attenzione dei leader mondiali, in particolare di quelli europei, torna oggi a concentrarsi sui futuri vertici delle istituzioni Ue. Questa sera a Bruxelles si terrà infatti il primo incontro tra i capi di Stato e di governo dei paesi comunitari dopo le elezioni europee, una cena informale tra i numeri uno degli esecutivi dei paesi comunitari che avvieranno un confronto sui prossimi cinque anni della nuova legislatura europea. Cena alla quale parteciperà anche il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Proprio quest’ultimo, in nome di ragioni che avrebbe giustificato come di opportunità, si sarebbe adoperato perché Ursola von der Leyen non figurasse tra i commensali. La presidente uscente della Commissione europea è infatti in corsa per un secondo mandato, circostanza per la quale la sua presenza questa sera con i 27 leader Ue potrebbe effettivamente apparire come una forzatura. Ma forse, nelle intenzioni della candidata tedesca del Ppe c’è proprio quella di forzare la mano, perché al netto della sponsorizzazione importante da parte del gruppo con il maggior numero di seggi al Parlamento europeo, un suo bis non godrebbe di un favore così grande da blindarla. Partita azzoppata nella rincorsa a un secondo mandato, sebbene le sue quotazioni altalenanti negli ultimi giorni abbiano ripreso leggermente quota – complice l’incremento dei seggi assegnati al Ppe -, il mutato quadro politico nei principali paesi europei, che ha visto quello italiano come l’unico governo risultato promosso dal voto, rende ancora decisamente ballerina la posizione della von der Leyen. Lo stesso indebolimento di Macron rappresenta un elemento di criticità da non sottovalutare, così come il tonfo dei socialdemocratici in Germania si riflette sia sul cancelliere Olaf Scholz che sul futuro delle istituzioni europee. La crescita dei partiti di destra apre infatti a eventuali maggioranze alternative a quella Ppe-Pse che non sempre in passato sono risultate percorribili. Eppure, non mancano precedenti, a partire dall’alleanza che nel 2017 portò Antonio Tajani a sconfiggere l’avversario socialista nella scalata al gradino più altro dell’Europarlamento. Ma se il riproporsi della maggioranza Ursula spianerebbe la strada a un von der Leyen bis, un’intesa tra popolari, conservatori e liberali rappresenterebbe un percorso certamente più impervio per la riconferma. Innanzitutto, al netto del protagonismo che Giorgia Meloni vorrà o saprà ritagliarsi in Europa, di certo la candidata tedesca avrebbe bisogno di aggraziarsi la presidente del Consiglio italiana, sia alla luce dell’importanza ancora maggiore che ha acquisito nel consesso europeo dopo il voto, sia nella sua veste di presidente dei Conservatori europei. In secondo luogo, una maggioranza differente da quella dell’ultima legislatura europea aprirebbe certamente il campo ad altre possibilità, pur partendo dal presupposto che il prossimo numero uno della Commissione Ue sia un esponente del Ppe. Se è vero come è vero che i popolari si sono confermati come la più grande famiglia del panorama politico comunitario, il che li pone un bel po’ avanti agli altri gruppi nell’indicare il capo dell’esecutivo europeo per i prossimi cinque anni, è altrettanto vero che di certo quello della von der Leyen non è l’unico profilo adeguato che il partito guidato da Manfred Weber è in grado di esprimere. La forza di Ursula risiede infatti proprio nell’intreccio tra l’asse politico popolari-socialisti e quello nazionalista tutto tedesco, von der Leyen, Scholz e Weber, ma ciò non significa che un’alternativa non sia possibile. Di certo il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno diraderà il quadro, ma già stasera dalla cena dei 27 potrebbe emergere qualche elemento di novità, in un senso o nell’altro. Tanto più che a poche ore da questo primo incontro a cena dei leader Ue si svolgerà un vertice del Ppe, senz’altro utile a chiarire gli equilibri e gli obiettivi del partito che potrebbero non essere poi così scontati.


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