Separiamo i media dai pm
La nostra democrazia, l’abbiamo ripetuto più volte, ha bisogno di una giustizia giusta e la riforma del governo Meloni va in questa direzione. Grazie a tre principi cardine: la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante (il cittadino non si deve sentire perseguitato); elezione a sorteggio del Consiglio superiore della magistratura (per porre fine alla degenerazione correntizia delle toghe); l’Alta corte disciplinare per giudicare i magistrati che sbagliano (così come succede con il medico o chiunque altro disponga del futuro di un cittadino). Come ricorderete, l’Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, si è stracciata e si straccia le vesti promettendo scioperi e proteste contro la riforma. Ma, come sapete bene, i giudici le leggi le possono soltanto applicare. E così faranno, magari talune toghe rosse obtorto collo. Ma a proposito di separazione delle carriere vogliamo sottolineare che in verità è altrettanto prioritario separare la giustizia dalla stampa, i pm dai giornalisti. Abbiamo denunciato con fermezza a più riprese l’andazzo per cui la gogna mediatica condanna un indagato molto prima del terzo grado di giudizio. E questo succede per il nocivo, antidemocratico connubio tra certi pm e certi giornali. Qui siamo ben oltre l’essere manettari, siamo di fronte all’uso della stampa come una sorta di tribunale del soviet, di inquisizione che condanna senza appello (e senza prove). Fino ad arrivare a storture inaccettabili come nel caso del governatore ligure Giovanni Toti. Ma la stampa ha un altro potere pericolosissimo, sempre in merito all’uso strumentale della giustizia. Come nel caso di Ilaria Salis, eletta eurodeputata e per questo liberata dai domiciliari in Ungheria. Siccome è stata vista in catene in tribunale in un Paese che secondo taluni giornali e taluni format televisivi (sempre i soliti) è brutto e cattivo, antidemocratico e anti-Ue (in verità saggiamente favorevole alla fine della guerra in Ucraina), andava assolutamente liberata. Risultato: la candidatura della maestra antifa ha salvato Avs, che ha superato lo sbarramento. E pochi conoscono le accuse che pendono sulla Salis. Che ingiustizia. Che disinformazione.
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