Chi è stato Berlusconi
di LUCIO BARANI
Agli odiatori seriali, ai contestatori a tutti i costi, a chi non ha altro modo se non quello di essere controcorrente per far parlare di sé, ai troppi cattivi maestri che non perdono mai occasione per tacere, ricordo brevemente chi è stato e, che piaccia meno, chi continuerà ad essere Silvio Berlusconi.
Silvio Berlusconi è quel leader internazionale che a Pratica di Mare è riuscito a far dialogare due ‘blocchi contrapposti’ che rifiutavano di parlarsi, consentendo la scrittura di una pagina nuova per il mondo intero. Silvio Berlusconi è quello Statista che, con il celebre discorso di Onna, ha contribuito alla definitiva pacificazione di un’Italia per certi versi ancora divisa, dando nuova linfa ai principi della Costituzione e ai valori su cui si fonda la Repubblica. Silvio Berlusconi è quel visionario che ha saputo raccogliere l’eredità delle forze riformiste e liberali arginando il massimalismo di certa sinistra che, con la miopia che l’ha sempre contraddistinta, ancora guardava al modello sovietico invece che alle grandi democrazie europee e occidentali. Ha coraggiosamente dato asilo politico a quanto rimaneva di quei partiti ridotti in macerie dall’aggressione giudiziaria di Mani Pulite, a partire dal grande Psi di Bettino Craxi. Non solo, perché oltre a raccoglierne l’eredità, di quelle esperienze determinanti per la vita del Paese Silvio Berlusconi è riuscito a farsi interprete anche di alcune istanze. Penso, tra tutte, alla grande riforma del Presidenzialismo lanciata proprio dall’allora leader socialista, tema su cui grazie al centrodestra e a Giorgia Meloni, nuova leader della coalizione, si è riaperto un importante dibattito in Parlamento e nell’intero Paese e che oggi è tornato centrale nell’agenda politica e, soprattutto, in quella del governo. Silvio Berlusconi è quel Presidente del Consiglio grazie al quale l’Italia ha concluso in maniera esemplare il proprio percorso di adesione all’Europa unita. Silvio Berlusconi è l’imprenditore che ha favorito prima e garantito poi quel pluralismo mediatico che rappresenta uno dei cardini di ogni democrazia matura. E sempre in qualità di imprenditore ha inciso fortemente sulla nostra società, modificando profondamente non solo il nostro tessuto produttivo, ma anche le nostre abitudini e la nostra stessa economia. Grazie a lui, per la prima volta, i ‘prodotti commerciali’, i beni di largo uso e consumo, sono entrati virtualmente nelle case degli italiani, il che ha avuto un effetto assolutamente positivo sui consumi e, soprattutto, ha creato benessere diffuso.
A tutte quelle piccole persone che un anno fa hanno contestato la giusta scelta di onorare Silvio Berlusconi indicendo il Lutto Nazionale, oltre che con i funerali di Stato, e soprattutto a quelle che hanno ricoperto cariche istituzionali, voglio dunque ricordare che egli è stato un imprenditore, un leader politico e un uomo di Stato che ha cambiato e modernizzato l’Italia e che ha contribuito a disegnare il mondo così come lo conosciamo oggi. D’Altronde, il consenso formidabile, forse ineguagliabile, di cui ha goduto ogni qual volta è sceso in campo ne è la conseguenza più diretta ed evidente. Ecco perché il Lutto Nazionale non era solamente opportuno, ma doveroso: non solo per lui o per la sua famiglia, ma per milioni e milioni di italiani. Al pari di quanto oggi è giusto ricordalo a un anno dalla scomparsa.
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