Economia

Lavoro minorile, tutti i dati di Save the Children

di Cristiana Flaminio -

Minori al lavoro nel mercato di Soccavo a Napoli, in un'immagine del 15 maggio 2012. ANSA/US FRANCESCO ALESI PARALLELOZERO +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY ++++


Infanzia negata: per Save The Children, in Italia ci sono circa 336mila ragazzini tra i sette e i 15 anni costretti a lavorare e, di questi, ben 58mila si occuperebbero di attività potenzialmente dannose non solo per il loro percorso d’educazione scolastica ma anche per il loro stesso benessere, fisico e psichico. Oggi è la giornata mondiale contro il Lavoro Minorile e l’organizzazione snocciola i dati del nostro Paese. Secondo l’indagine di Save the Children, il 43,7% dei ragazzi tra i 15 e i 16 anni afferma di aver aiutato la famiglia per far fronte alle spese e, tra loro, il 18,6% ha deciso di mettersi a lavorare per non appesantire il ménage familiare. Allargando il campo d’inchiesta alla fascia d’età tra i 7 e i 15 anni, emerge che il 6,8% dei bambini e ragazzini ha svolto o svolge lavoretti che, per un 14enne su cinque diventano veri e propri impieghi. Si va dalle classiche serate da cameriere fino ai lavori agricoli o addirittura nell’edilizia e nell’assistenza di famigliari. Il 25,9% ha lavorato nel campo della ristorazione, il 16,2% lo ha fatto in un negozio, il 9,1% lavora in campagna mentre il 7,8% degli intervistati conosce i rigori del cantiere. Accanto ai questi lavori tradizionali, si affacciano le opportunità offerte dalla rete. C’è chi realizza contenuti per i social o i videogame, chi si occupa di rivendere materiale hitech o sneakers. La stragrande maggioranza dei ragazzini lavora durante le vacanze: si tratta del 70,1% degli intervistati. Uno su due dei ragazzi lavoratori lo fanno per più di quattro ore al giorno. Save the Children lancia un appello alle istituzioni affinché venga prestata “particolare attenzione agli studenti in svantaggio socioeconomico, favorendo un’informazione capillare circa i servizi e le opportunità messi a disposizione per garantire il diritto allo studio, dalle borse di studio agli sgravi fiscali, e promuovendo l’introduzione di piani di sostegno personalizzati per i ragazzi e le ragazze che rischiano di interrompere anzitempo il percorso scolastico”. L’obiettivo è quello di mettere in campo strategie utili a esorcizzare la dispersione scolastica e i grandi drammi che affliggono i più giovani oggi, in un periodo di forte crisi generale in cui la povertà, specialmente quella minorile, si fa sentire con tutto il suo peso. Per farlo, dicono dall’Ong, “è fondamentale che la rilevazione di dati sul fenomeno del lavoro minorile sia realizzata in modo sistematico e periodico nell’ambito del sistema statistico nazionale, anche al fine di individuare le aree territoriali più colpite sulle quali concentrare gli interventi di prevenzione”.


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