LA GHIGLIOTTINA – I fuori sede come i radical chic, non votano mica dove vivono
La nostra tagliente rubrica non può esimersi dal commentare a suo modo questa pazza pazza tornata elettorale per il Parlamento europeo. Tra generalissimi che hanno sbancato e superbig trombati, tra ritardi clamorosi e vergognosi nello spoglio delle schede a Roma (forse il sindaco stava suonando la chitarra mentre gli scrutatori hanno passato la notte in bianco) e seggi pressoché deserti (neanche uno su due ha votato, stavolta), vogliamo mettere insieme due fatti e due categorie di elettori. Da un lato, gli studenti fuori sede che grazie all’impegno del governo Meloni hanno potuto votare, esprimendo in massa la loro preferenza per Avs (che la dice lunga su quanto abbiano cattivi maestri, non nel senso dei prof, ma della versione 2.0 di “Uccidere un fascista non è un reato”: tipo la Salis, insomma). Dall’altro, i residenti di Capalbio, la roccaforte di chi vota Pd o magari proprio Avs per dire “io sono di sinistra-sinistra”, che hanno votato in massa per la Meloni e FdI. Risultato: la roccaforte dei radical chic non è dei radical chic, che infatti votano a Roma. Pure i fuori sede, a pensarci bene, mica hanno votato a casa loro, dove molto probabilmente se si fosse saputo della preferenza per la Salis avrebbero rimediato financo qualche (sacrosanto) scapaccione. Facile insomma fare gli splendidi con i seggi degli altri.
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