Black Rock e l’inflazione: “Tutta colpa dei populisti” ma il protezionismo l’ha fatto Biden
Due mezze verità non ne valgono una intera: la narrazione dell’inflazione alta, adesso, viene attribuita alle colpe dei “populisti” perché, come ha spiegato al Corriere della Sera Larry Fink, Ceo di Black Rock (che non è precisamente una confraternita di mutuo soccorso), “il maggior problema è il nostro umore e il populismo”. Tutta colpa “nostra”. Come al solito. Dice Flink: “Ogni Paese si sta concentrando sul protezionismo che è inflazionistico e fa restare l’inflazione più alta a lungo. Quando parlo con i politici, mi dicono che ci serve più protezionismo. Che va imposta una priorità nazionale sugli alimenti, sui chip o l’energia. A loro chiedo quali sono i costi. Perché le economie sanno adattarsi”. Dimentica, il capo Black Rock, che il primo protezionista d’Occidente è il presidente americano Joe Biden, non proprio paladino dei populisti, che in nome della lotta all’inflazione ha lanciato il più pesante programma di reshoring Usa degli ultimi decenni. L’Ira di Biden che, per inciso, ha tolto (anche) all’Europa per ridare, fabbriche, occupazione e centralità geopolitica, agli Stati Uniti. Flink ritiene, dunque, che sia tutto un frignare questo lamentarsi che serpeggia in Occidente: “Malgrado l’instabilità geopolitica, nel complesso le economie stanno andando piuttosto bene e le aziende mostrano tenuta. Il maggiore problema è il nostro umore”, mica la Bce che riesce nell’impresa di deprimere i mercati pur tagliando i tassi. La colpa al solito è del “populismo. “Non ci sono abbastanza leader che parlano di ottimismo”. Ecco. E’ tutto un problema di mindset. Invece di votare politici e idee, faremmo meglio, evidentemente, ad affidarci a qualche fuffaguru di Dubai.
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