Economia

Bollette, l’Antitrust “avvisa” tredici compagnie energetiche

di Giovanni Vasso -

20050623 - ROMA - ECO - ELETTRICITA': ITALIA A VERTICI UE PER CARO-BOLLETTE. Una suggestiva immagine di archivio di un traliccio dell'alta tenzione. Le bollette elettriche italiane continuano a essere ai vertici dell'Unione europea, sia per le famiglie che per le imprese. Secondo i dati contenuti nella Relazione annuale dell'Autorita' per l'energia e il gas, infatti, l'Italia si conferma come il Paese meno conveniente dove accendere la luce, battuto solo dalla Danimarca che sconta una tassazione maggiore rispetto alla nostra. I prezzi in vigore al primo luglio 2004 dicono che le tariffe per le famiglie italiane con consumi medi annui pari a 3.500 kWh sono superiori di ben il 44,3% rispetto alla media europea al lordo delle tasse e del 39,8% al netto. FILIPPO MONTEFORTE/ARCHIVIO - ANSA - KRZ


L’Antitrust spedisce un messaggio a tredici compagnie energetiche chiedendo loro di raccontarla giusta sulle offerte per il mercato libero. Si chiama “moral suasion”, una sorta di intervento preventivo da parte dell’autorità, per avvisare gli operatori di mercato su ciò che non va riguardo a quanto offrono al pubblico. Per ora, dunque, un avviso bonario. Con delle precise istruzioni per tornare sulla retta via offerte ai commerciali e alle divisioni retail delle compagnie. Sono tredici e si tratta di Illumia, Jen Energia, Dolomiti Energia, Axpo Italia (Pulsee Luce & Gas), Ajò Energia, Acea Energia, Ecom-Energu Comune, Agsm Aim Energia, Hera Comm, Wekiwi, Omnia Energia, Semplice Gas & Luce, E.On Energia. Secondo i rilievi dell’autorità garante presieduta da Roberto Rustichelli, le compagnie non avrebbero comunicato in maniera corretta alcune delle voci sui costi legati agli oneri che contribuiscono a comporre il prezzo dell’energia e avrebbero utilizzato, forse a sproposito, il green claiming: in pratica, avrebbero asserito di aver raggiunto ottimi risultati sul fronte di sostenibilità e ambiente ma non avrebbero mostrato certificazioni né documenti utili ad attestare i traguardi raggiunti. Il “verdetto” dell’Antitrust impone, adesso, alle tredici compagnie energetiche di essere più chiari e diretti “attraverso l’indicazione di tutti gli oneri (discrezionalmente previsti dalle società di vendita) che compongono la spesa per l’energia” e di mettere a disposizione dell’autorità e dei consumatori le informative e le certificazioni green che suffragano le affermazioni in sede di promozione.

La notizia, da ieri mattina, ha fatto il giro del web e ha innescato un domino di reazioni da parte dei consumatori. Assoutenti, con il presidente Furio Truzzi, applaude all’Antitrust ma chiede di “spostare l’obiettivo sulle troppe criticità legate all’imminente fine del mercato tutelato della luce”.

Applausi anche dall’Unione nazionale dei consumatori, con il presidente Massimiliano Dona che ribadisce: “Le offerte, infatti, devono essere trasparenti. Da sempre invitiamo il consumatore a non fidarsi mai della pubblicità o di chi ci telefona a casa. Se vuole cambiare fornitore deve farlo solo dopo essere andato sul Portale Offerte di Arera. Senza contare che, almeno in questo momento, non ci sono offerte del mercato libero più convenienti della tutela”. Per l’Udicon, è giunto il momento di cambiare paradigma per regolamentare il mercato dell’energia: “Le pratiche scorrette troveranno terreno fertile fino a quando non verrà rivoluzionato il sistema di determinazione del prezzo dell’energia. È necessario introdurre un costo onnicomprensivo per kilowattora, simile a quanto avviene per i carburanti. Solo in questo modo non ci sarà spazio per la mancanza di trasparenza”.

Non basta, per il Codacons, l’iniziativa di moral suasion da parte dell’Agcm e parla apertamente di green washing per manipolare le scelte dei consumatori: “Servono sanzioni per chi non garantisce i diritti degli utenti, il comportamento contestato dall’Antitrust è in grado di modificare sensibilmente le scelte dei consumatori, portandoli a stipulare contratti di fornitura con conseguenze economiche rilevanti. La carenza di trasparenza nelle offerte al pubblico e il ricorso al greenwashing, ossia all’utilizzo di tematiche ambientali per attrarre una fetta di pubblico sempre più attenta a tali aspetti, sono pratiche lesive dei diritti degli utenti in grado di alterare il mercato. Servono – conclude il Codacons – sanzioni pecuniarie per far da deterrente”.

Chiede un intervento diretto del governo, invece, il Movimento Difesa del cittadino: “La piena liberalizzazione del mercato elettrico programmata per luglio 2024 va rinviata almeno a dicembre ed è fondamentale sospendere il telemarketing selvaggio nell`energia, come proposto dalle associazioni dei consumatori in Commissione Parlamentare Attività Produttive”. E ancora, il Mdc esprime “profonda preoccupazione per la situazione disastrosa nel mercato libero dell’energia, con l’approssimarsi della liberalizzazione totale anche del settore elettrico prevista a partire dal primo luglio”.


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