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Operazione Aqua munda, la Finanza scopre evasioni dei lidi della Versilia per 600mila euro

di Angelo Vitale -


Operazione Aqua munda, in Versilia gli stabilimenti balneari attingevano abusivamente acqua pubblica dal sottosuolo: accertate violazioni amministrative per oltre 960mila euro e un’evasione complessiva dei canoni demaniali per ulteriori 600mila euro.

La Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Marina di Carrara durante l’esecuzione dei controlli all’interno degli stabilimenti balneari sul litorale apuano e quello versiliese, ha individuato diversi ipozzi che attingevano acqua dalla falda sotterranea e realizzati in assenza di qualsiasi titolo autorizzativo. Da questi veniva prelevata, abusivamente, acqua pubblica. L’operazione denominata “Aqua munda” (Acqua pulita ndr), è stata svolta avvalendosi della collaborazione della Regione Toscana – Settore Genio Civile.

La realizzazione di impianti di questo tipo è disciplinato da norme come il Codice ambientale che hanno lo scopo di tutelare le risorse idriche e di razionalizzarne l’impiego. Così – come accertato dall’Operazione Aqua munda – non avveniva in questi stabilimenti balneari, con ripercussioni sia dal punto di vista erariale, per il mancato versamento del previsto canone idrico, che dal punto di vista sanitario riguardo l’impiego di acqua estratta da falde sotterranee. Acqua, alla fine, difforme, per caratteristiche chimiche e fisiche, rispetto all’impiego cui viene destinata.

I finanzieri hanno consegnato all’Azienda Usl Toscana Nord Ovest -Settore Igiene Pubblica e Nutrizione le risultanze dei controlli effettuati per ulteriori valutazioni.

Durante i controlli è stato inoltre riscontrato il prelievo di acqua sotterranea anche all’interno di ex siti di interesse nazionale e regionale, soggetti ad apposito intervento di bonifica nei quali i prelievi risultano assolutamente vietati, circostanza che apre a possibili sviluppi della vicenda.

Nel corso dell’operazione i militari della Guardia di Finanza hanno accertato violazioni amministrative per oltre 960mila euro e scoperto l’evasione dei canoni demaniali per ulteriori 600mila euro che, complessivamente, realizzeranno un recupero, per le casse della Regione Toscana, di oltre un milione e mezzo di euro.

Ora, spiega la Guardia di Finanza, i lidi corrono a ripari per mettersi in regola: “L’attività ha favorito un incremento esponenziale, da parte degli stabilimenti balneari, delle istanze di regolarizzazione delle concessioni sui punti di derivazione di acqua da falda sotterranea che avrà, tra gli esiti, verosimilmente la razionalizzazione del patrimonio idrico e la regolarizzazione dei previsti canoni di concessione, precedentemente evasi”. Accertamenti che sono serviti pure ad “osservare, in alcune aree, la riduzione del consumo e l’adeguamento degli impianti attraverso l’installazione dei contatori dei prelievi, in modo da monitorare nei prossimi anni gli effetti anche da un punto di vista geologico”.


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