Hot parade
di Simone Donati
Sale: Marco Travaglio. Il sessismo a partiti alterni. Ma il direttore de Il Fatto glielo ricorda, a quei tenerelli sensibilissimi del Pd, che De Luca è (ancora) uno di loro e che Meloni è (checché ne dicano) donna. Il messaggio è pure ai M5s che si lagnarono del gentile “chiattona” che Vicienzo rivolse a una consigliera e ora tacciono.
Stabile: Chiara Ferragni. Come un’adolescente alla prima cotta che finisce male. Da imprenditrice digitale a ragazzina ferita e triste, via Pandoro. Nostra Signora del Web se ne va su TikTok a frignare perché vede tante coppie felici mentre lei, invece, s’è appena lasciata con quello scalmanato dell’ex marito, il signor Fedez. Che cucciola.
Scende: Roberto Saviano. Oh no. Gratta gratta, esce fuori la verità. Altro che governo cattivo, altro che centrodestra ignorante. No. Sono stati gli editori, i “suoi” editori a non invitare il signor Gomorra alla Buchmesse di Francoforte. Nessuno di loro. Né Mondadori, né Bompiani, nessuno. Ma è sempre colpa di qualcuno che lo perseguita. Sennò chi se lo calcola più?
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