Michelle uccisa e lasciata nel carrello del market: il processo, l’assassino non è seminfermo
E’ capace di intendere e volere il giovane 17enne di origini cingalesi che il 28 giugno scorso uccise Michelle Causo, la 17enne lasciata poi cadavere su un carrello della spesa a Roma, in zona Primavalle. E’ questo, a quanto si apprende, quanto emerge dalla perizia psichiatrica disposta dal Tribunale dei Minori di Roma che ha stabilito anche che l’imputato può sostenere il processo escludendo qualsiasi seminfermità.
Nell’udienza in programma questa mattina, a cui sono presenti il padre e la madre della vittima assistiti dall’avvocato Antonio Nebuloso e Claudia Di Brigida, è previsto l’esame in aula del giovane. L’imputato, che è reo confesso, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, occultamento e vilipendio di cadavere.
Il processo con rito immediato era stato avviato nel febbraio scorso. Il delitto si consumò in una abitazione di via Dusmet a Roma. L’assassino, dopo aver pugnalato Michelle più volte, mise il suo cadavere, dopo averlo avvolto alla meglio in un lenzuolo e infilato in un sacco per i rifiuti (successivamente furono individuate immagini di telecamere che lo avevano ripreso mentre acquistava questi sacchi per la spazzatura, ndr), dentro un carrello della spesa e lo trascinò davanti ad alcuni cassonetti che erano poco distanti dal luogo del delitto.
Secondo la ricostruzione fatta dallo dallo stesso attuale imputato, Michelle era arrivata nell’appartamento per riscuotere un debito (di 60 euro, ndr) e subito fu colpita con un coltello da cucina. Le indagini successive al delitto accertarono che la sera prima dell’omicidio, il 17enne aveva effettuato ricerche su Internet su quali fossero i punti vitali dove accoltellare. L’autopsia sul corpo di Michelle rilevò che fu colpita e uccisa con 23 pugnalate con una lama di 12 centimetri e rimase agonizzante sul posto per almeno per 40 minuti.
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