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Borrell: Nel 2025 una forza di intervento rapido Ue con 5mila uomini

di Angelo Vitale -


Difesa in Europa e per l’Europa, parla Borrell. Nel mondo ci sono oggi “tre hotspot”, tre “punti caldi: il Mar Rosso, il Bosforo e Taiwan”, tutti luoghi in cui “può essere deciso il destino del mondo”. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell a Bruxelles durante il forum Schuman sulla sicurezza e la difesa.

“Il primo Forum Schuman sulla Sicurezza e la Difesa nel marzo dello scorso anno – aveva detto due mesi fa -, riunendo partner di sicurezza e difesa provenienti da più di 50 Paesi, è stato un successo. Partiremo da questo quando ci incontreremo il 28 e 29 maggio”. E l’occasione è arrivata, in giorni e settimane che rilanciano da più parti le polemiche sulla difesa dell’Europa, accentuate dalla competizione elettorale per le Europee in corso.

La “forza di intervento rapido” che l’Ue sta allestendo sarà composta da “5mila uomini” sarà “operativa l’anno prossimo”, dice Borrell. Passando poi ad analizzare la situazione: “Nel corso del mio mandato ho avuto l’onore di lanciare 9 missioni e operazioni, spesso in collaborazione con altri. Forse la più popolare è quella che ha addestrato 50mila militari ucraini. Abbiamo anche lanciato recentemente una missione in Mozambico, in collaborazione con Ruanda e Sudafrica”. Precisando che “Siamo pronti a dispiegare missioni dove possano essere utili per assicurare la libertà di navigazione”. Ricordando pure i risultati della missione Aspides nel Mar Rosso, che finora ha “respinto 16 attacchi missilistici” contro navi mercantili dalle postazioni Houthi nello Yemen. “Non potete immaginare quanti vengono a bussare alla mia porta dicendomi ‘per favore, assicurate la libertà di navigazione'”.

Senza dimenticare i due conflitti in corso alle porte dell’Europa: “L’attacco terrorista di Hamas contro Israele e la risposta di Israele hanno gettato la regione in un ciclo di violenza, il peggiore da decenni, con la minaccia costante di una escalation regionale. Ciò che vediamo a Gaza è certamente un orrore. E un orrore non può giustificare altro orrore. E’ difficile qualificare quello che sta succedendo in Ucraina senza usare la stessa qualifica di quello che accade a Gaza. Sono situazioni diverse, certo, ma i diritti umani vengono violati in entrambi i casi”.


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