Oggi Salis in tribunale senza più le catene da vittima politica
Ilaria Salis oggi sarà in tribunale senza catene. La maestra, sotto processo per aver aggredito dei manifestanti nel Giorno dell’onore, è stata scarcerata ieri mattina, a seguito del pagamento della cauzione da 40mila euro, e posta agli arresti domiciliari. Dopo aver trascorso oltre 450 giorni di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Budapest, l’attivista milanese ha lasciato la cella e si è trasferita in un appartamento della capitale ungherese con un braccialetto elettronico. Da lì, Ilaria potrà dedicarsi alla sua campagna elettorale per le Europee, dove è candidata con Avs. Il suo percorso legale, però, non è finito, anzi. “Speriamo che questa sia una tappa temporanea e che presto ritorni in Italia”, ha detto il padre, Roberto Salis, che nelle ultime settimane ha polemizzato con il governo e che ora punta a far tornare a casa la figlia. Eppure i tempi non sarebbero maturi, visto che la maestra deve rispondere alla giustizia ungherese e rischia fino a 24 anni di carcere, se venisse riconosciuta colpevole. Ma intanto, già dall’udienza di oggi, non sarà più in catene. Un obiettivo raggiunto grazie all’impegno diplomatico, nonostante il padre insista che i domiciliari sono il risultato della candidatura di Fratoianni e Bonelli. I legali di Ilaria, Eugenio Losco e Mauro Straini, chiederanno la revoca di “qualsiasi misura cautelare” perché “non c’è alcun pericolo di fuga”.
Per Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i domiciliari sono “una bella notizia e un primo importante risultato della mobilitazione che si è sviluppata attorno al suo caso, grazie alla tenacia e alla determinazione della famiglia e di tutti coloro che invece di stare in silenzio si sono battuti e continueranno a farlo per i diritti di Ilaria e di tutti noi”. Il duo di Adv ha aggiunto: “Siamo felici e ancora più convinti della scelta di candidare Ilaria nelle nostre liste che ha dato un ulteriore contributo a questa battaglia per i diritti e la democrazia. Ora però l’impegno di tutti noi non è finito, dopo questa prima vittoria, così importante per lei e per tutti, vogliamo riportarla in Italia e poi a Bruxelles come parlamentare europea, perché possa portare avanti il suo impegno sulla tutela dei diritti umani”. Infine è intervenuta anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Auspichiamo che il governo si mobiliti perché possa scontare la sua pena in Italia”. Qualcuno dica a Elly che Ilaria non è stata ancora condannata.
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